Riprendiamo il discorso su Monte Rua. Il sentiero fatto oggi inizia sempre dal punto indicato sulla carta, ma invece di seguire la traccia dell'altro ieri decidiamo di intraprendere una mulattiera che dritta dritta porta su Colle Rubino (887 m), questo anche per evitare le continue pozze di fango dell'altro percorso.
Da lì arrivare su Monte Rua (1235 m) è un attimo. Abbiamo rivalutato la piccola cima, che nell'ultimo tratto impetta notevolmente. E poi la vista merita: è molto panoramico, sia sull'Aquila che sul Pizzolano. Per salire abbiamo impiegato scarsa un'ora e un quarto. Decidiamo di scendere da un altro versante in modo da raggiungere i ruderi della Rocca di San Marco.
Qui comincia l'avventura. Ci andiamo letteralmente ad infrattare in un bosco fitto, ma così fitto che quello dell'altro ieri non era niente a confronto.
Quasi desideravo una motosega. Ci siamo impegnate abbastanza a scendere per il Vallone di Sant'Angelo: oltre a alberi, arbusti, zeppi, frasche, rovi e spini c'era a sorpresa anche il filo di ferro.Riuscivamo bene o male ad orientarci con l'idea di scendere a valle, perchè il paese di San Marco era proprio lì, sotto di noi. Piombiamo giusto giusto in un pollaio, dove un allevatore ci scambia per membri della Protezione Civile (?!!) è lui ad indicarci il sentiero per i ruderi della Rocca (760 m). Finalmente.
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