Oggi abbiamo attraversato tutto il Piano di Pezza, un'ampia area soggetta al fenomeno del carsismo, ai pendici del versante nord del Monte Velino. Lasciata l'auto presso il Rifugio del Lupo iniziamo il nostro percorso da Vado di Pezza (1467 m). L'aria era gelida stamattina, e si manifestava con la sua brina ovunque intorno a noi. A un'ora scarsa di cammino giungiamo a Capo Pezza (1535 m). Mano a mano che salivamo il gelo si evolveva in neve, attraversando tutte le sue consistenze: da granulosa a farinosa; da ghiacciata a gelata.
Giunti nei pressi del bosco, che sulla carta leggo delle Sette Selve, ci inoltriamo in una faggeta a dir poco incantata, completamente innevata, totalmente silenziosa. Le parti in ombra assumevano quelle tonalità bluastre della neve che si godono o poco prima
dell'alba o poco dopo il tramonto. Percorrendo quel sentiero la sensazione di pace si diffondeva completamente dentro di me. Percepivo il Natale nel suo spirito più bello. Finito il bosco si apre ai nostri occhi Valle Cerchiata (1790 m).
Lo spessore della neve da qui in poi aumentava in modo imprevisto, fino a doverla sfangare con ancora più fatica: in alcuni punti gli scarponi affondavano anche a metà coscia, a seconda del terreno sotto. Di media, invece, credo fossero circa 40 cm. Continuiamo in direzione del Sebastiani. Dopo tre ore e mezza di salita mancava pochissimo al rifugio, una cinquantina di metri credo, ma proprio non era fattibile perché ci appozzavamo nella neve, anche fino al bacino. Qui erano davvero necessarie le ciaspole, che da principio avevamo deciso di lasciare a casa. Ho collaudato però le ghette: sacrosante. Riscendiamo molto velocemente, e in due ore e mezza siamo giù...
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