Le vie di Castel Sant’Angelo culminavano nella parte
sommitale con un alto mastio risalente all’anno mille, protetto da una cintamuraria ancora ben conservata con feritoie strombate e bocche da fuoco, antiche
predisposizioni di difesa militare. L’affacciopanoramico godeva di una
bellezza straordinaria sulla valle sottostante, Umbilicus Italiae si poneva comunque al centro di tuttoquel
circondario. Un sentiero molto curato si apriva tra arbusti e ginestre salendo
ripidamente la volta della montagna finoad intercettare la strada sterrata per
il Peschio del Principe. Guardando a valle il Lago di Paterno rifletteva come
uno specchio il solecircondato di azzurro intenso. Anticamente noto anche come
Vena Rocca, "U Peschio Du'
Principe" manteneva ancora parte deiruderi di un’antica costruzione
medievale probabilmente appartenuta ad un signore di quell’epoca. La sua collocazione
era certamentea controllo dell’importantissima via Salaria sottostante, e non
solo, lo sguardo era davvero in grado di spaziare a ridosso di una posizionecosì privilegiata. Per la via del ritorno compivamo un anello passando per il
tracciato di un acquedotto fino ad intercettare il sentieroper i casolari
diruti di San Martino, dove un pascolo di armenti conferiva ancora più quiete a
quegli scenari. Tra i vicoli di CastelSant’Angelo giungeva la sera, le luci
fredde crepuscolari inondavano d’azzurro quel mite pomeriggio di gennaio.
domenica 21 gennaio 2024
Peschio del Principe, l'antica Vena Rocca da Castel Sant'Angelo di Cittaducale
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