La piccola chiesa della Madonna della Neve era nascosta nel fitto della vegetazione; chiusa nelle sue mura aveva per manigliaun ramo sulla sua porta rossa. La bellezza dell’essenziale era nell’ambiente
modesto e curato, diviso da un’arcata che mettevain risalto lo spazio rialzato
dell’altare, sopraelevato da alcuni gradini. I segni del tempo sfiguravano
l’affresco principale ma chetuttavia era ancora discretamente leggibile. Una piccola acquasantiera
scavata nella roccia impreziosiva la cornice interna della finestra,mentre le parole
incise, poco visibili sugli intonaci esterni, si stavano perdendo. Non c’erano più i riti
di culto legati alla mietitura, si eranoaffievolite le preghiere alla provvidenza,
erano cambiate le usanze dei tempi passati. C’era la memoria e le sue
testimonianze,la consapevolezza dei ricordi che anche se definivano luoghi
ormai dell’altrove avevano in sè
ancora tanta dolcezza. Il crinale diMonte Costeria godeva di un piacevole
affaccio panoramico, tornavamo per la mulattiera di Pilongo di Sotto, tra
maceroni e antichi restidi basamenti di pietre a secco, mura divisorie dei
coltivi montani. (Per approfondimenti: "La Montagna e il Sacro, riti e paesaggi religiosiin Abruzzo" di Edoardo Micati, Carsa Edizioni, 2018.)
venerdì 19 gennaio 2024
La Madonna della Neve di San Pio delle Camere su Monte Costeria
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