Nella Valle dell’Orta, tra friabili gessi, si apriva la
Grotta Primavera, un ambiente delicato ed integro, il cui nome omaggiava il signor Amedeo, colui che segnalò la voragine ai suoi scopritori Valerio, Aurelio e Gabriele, tre speleologi abruzzesi. La sua recente scoperta manteneva ilfascino di un ambiente inalterato dove sfoglie di roccia giacevano in delicato equilibrio. Le
esplorazioni guidate dallo Speleo Club di Chieti e dal Graim – Gruppo di Ricerca
di Archeologia Industriale della Majella– avevano individuato tre ingressi: un
inghiottitoio a monte, una dolina di crollo ed una risorgenza, dove l’acqua oltre
a scavare il suolo aveva anche condotto alcuni reperti in ceramica attualmente
al vaglio dellaSoprintendenza. Scendevamo l’inghiottitoio con l’ausilio delle
corde, intercettando la galleria principale, il fondo fangoso arginava pozze d’acqua
che con giochi di luce facevano da specchio al soffitto cesellatodi scallops. La parte più caratteristica della
grotta era nel fondo, dove stratificazioni rocciose si sfaldavano sotto il peso
della gravità, ponendo molta attenzione su tutti quei delicati equilibri.
Foto di Upix Under Pixel Grazie per i magnifici scatti!
Foto di Upix Under Pixel Grazie per i magnifici scatti!
Nessun commento:
Posta un commento