La costa frastagliata dell’isola di Pag aveva un aspetto
severo, i suoi candori lunari si esaltavano del contrasto con il blu intenso
del cielo e del mare. La Bora spingeva, tenendo pulito tutto ilversante
nordorientale, mentre giocava più dolcemente sull’acqua con la generazione di piccoli
vortici; in ogni dove mostrava senza dubbio uno dei volti più freddi del
Mediterraneo.Ci inoltravamo nell’entroterra attraversando campagne e
piccoli paesi, nei pressi di Bunic
scorgevamo tra vegetazioni incolte le case dei bosniaci abbandonate durante l’ultima
guerra, i segnidelle bombe e dei proiettili trattenevano il tempo nelle loro
fenditure, come una testimonianza ancora viva dell’atrocità del conflitto. Il
Parco di Plitvice era uno degli ambienti più belli delleAlpi Dinariche, i suoi
laghi carsici si tenevano in congiunzione tra di loro tramite un infinito
numero di ruscelli, cascate e salti d’acqua, che sempre rinnovata mostrava
trasparenzemeravigliose. Una lunga passerella sospesa si snodava per tutto il
percorso facendo da guida, articolandosi in una natura incontaminata. Poco
distante, il paese di Rastoke continuava amantenere quel fascino, con case e
mulini costruiti a ridosso di una magnifica cascata, l’acqua gli scorreva
sotto, ed era bellissimo concludere lì il primo giorno del nostro viaggio in moto.
venerdì 21 agosto 2015
Viaggio in moto in Croazia, da Zara a Rastoke passando per i laghi di Plitvice
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