Da Civita d’Antino partiva una carrareccia che costeggiava
la montagna e raggiungeva l’eremo di Santa Maria della Ritornata.In paese ci
avevano gentilmente concesso le chiavi dell’eremo, non smentendo la gentilezza
e l’ospitalità degli abitanti della Valledel Liri. La piccola chiesa ricavata
nella roccia lasciava scoprire il prezioso abside abbellito dagli affreschi
duecenteschi, la lucecalda del tramonto dorava le pareti circostanti filtrando
dalla finestra, lasciando nella penombra gli scritti e le testimonianze deifedeli. La statua di San Barnaba ci accoglieva all’ingresso con i suoi legni consunti,
mentre una piccola scala conduceva al pianosuperiore, dove uno stretto e buio
corridoio si ricavava tra la parete rocciosa e i muri dell’edificio. Le correnti
d’aria siintensificavano nelle strettoie prima del grande salto nel vuoto
circostante, dove il panorama si accostava alla vertigine e tutto siperdeva in
un volo di rondini. La via del ritorno portava lo spettacolo della sera: Pizzo
Deta illuminava la sua testa coronata dagli ultimi raggi di sole.
domenica 29 marzo 2015
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Che meraviglia.
RispondiEliminaGrazie per il commento Leo, è un luogo che sicuramente merita una visita
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