La grotta di
Sant’Angelo si apriva nella parete rocciosa al di sopra di Balsorano, portando
con sé la memoria di monaci, eremiti,briganti ed assassini. Quel luogo mostrava
la suggestione del sublime come espressione divina della natura, lì si poteva
entrarenella terra e pregare dal suo ventre, espiare i peccati e purificarsi nei
Fuochi Comuni. In corrispondenza delle festività di SanMichele e di San
Giuseppe l’accesso era consentito soltanto agli uomini, che si chiamavano tutti
come fratelli, così uniti nellapurificazione della preghiera collettiva. Il priore
del Santuario ci apriva con gentilezza le porte dell’ospizio adiacente, lasciandocipercorrere i corridoi ricavati tra le rocce e le pareti, il refettorio, le
camere e tutti gli altri ambienti della struttura. Cisentivamo accolti e
fortunati, e ascoltavamo le sue affermazioni con la promessa di tornare. Le
recenti precipitazioni avevanointriso di acqua la terra, che a sua volta
stillava sia nella grotta del Santuario che in quella delle Riconche, un’altra
cavità pocodistante, più impervia e suggestiva, resa accessibile grazie ad un
breve percorso attrezzato. Tra concrezioni naturali, e stalattiti estalagmiti
mozzate durante la guerra, piccole vasche naturali raccoglievano l’acqua sacra
ai giuramenti.
domenica 29 marzo 2015
Il Santuario rupestre di Sant'Angelo a Balsorano e la Grotta delle Riconche
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