La chiesa di San
Michele Arcangelo a San Vittorino teneva oscurate le sue zone protette,
scendevamo nella cripta e nellecatacombe, animando con la luce l’anima sacra
di quelle pietre buie. Quod vult deus,
e per volere di Dio, nel V secolo il vescovodi allora aveva protetto il
sepolcro del Santo, le lapidi decorate mostravano maniere raffinate che
portavano alla luce i decori dioltre millecinquecento anni. Nell’ombra si
aprivano i cunicoli e i colombari, quell’antico ipogeo paleocristiano era una
delle zonepiù importanti dell’antica Amiternum,
le pareti spoglie ricavate nella roccia spesso si arricchivano di materiali di
risulta, concapitelli, colonne e blocchi di pietra incisi, con cui avevamo il
contatto e la possibilità di azzerare la distanza di più di duemilaanni. Resti
di affreschi mostravano la bellezza venerata di giovani Madonne ed una Sant’Anna
Metterza, la simbologia di possibilispade definiva la figura dell'Arcangelo Michele, caro ai Longobardi, mentre i colori dei panneggi vibravano ancora inparte di toni accesi. L’umidità trasudava dalla terra creando gocce di condensa,
che investite di luce parevano comporrevene d’argento.
sabato 14 marzo 2015
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