La
Cascata di Biselli (anche detta del
Pisciarellone) prendeva il nome dall’antico paese posto nelle sue
prossimità, ormai abbandonato da decenni, lasciato in balia della natura che,attraverso edere e rovi, riprendeva a sé le sue pietre. Queste cascate
si formavano dal Rio Pecorale, un piccolo fiume stagionale alimentato dallo
scioglimento delle nevi, ed erano dasempre ben visibili lungo il tragitto
della A24, trovando in alcune stagioni un getto talmente suggestivo da catturare
lo sguardo di molti viaggiatori in transito verso Teramo. La testa della
cascatasi raggiungeva dal Paese di Cerchiara, attraverso un comodo percorso che
conduceva alla Madonna delle Masserie, un piccolo luogo di culto fornito di
altare e icona votiva. Da quelleprossimità si dimenava l’ultimo tratto del
letto del fiume, prima del grande salto nella valle sottostante. L’acqua fluiva
limpida nelle tante vasche naturali scavate dal suo getto, e, mano a manoche
proseguivamo in direzione del bordo, aumentava la sublime bellezza della
percezione della Natura. Dal vuoto sottostante l’acqua risaliva vaporizzata
attraverso le correnti ascensionali,sbuffando in spruzzi violenti pronti a
sottolineare il limite delle nostre possibilità. Il Gran Sasso copriva il suo
capo di nubi, la pioggia andava e veniva pulendo l’aria bassa, lasciando
scivolarelo sguardo lungo i morbidi pendii erbosi dorati dal falasco secco. Dal
Paese di Fano a Corno raggiungevamo il borgo di Biselli per ammirare anche la
base della cascata, da lì un percorso si aprivanella fitta boscaglia rivestita
di edere, e lasciava scrutare tra gli alberi il continuo tormento dell’acqua
col vento.
domenica 19 gennaio 2014
La Cascata di Biselli dall'alto da Cerchiara e dal basso da Fano a Corno
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