Quell’enorme cisterna assumeva la lirica di una maestosa cattedrale, non immaginavo che sotto terra si potesse contenere così tanta poesia: non volendo lì sotto si era costruito un tempio, ed iomi sentivo fortunata ad aver varcato quella soglia. Fuori il sole sopra i Sassi di Matera portava una temperatura di 30 gradi, anticipandoci l’estate dentro una bolla di alta pressione,mentre sotto, al buio materno della terra, ci avvolgevamo nell’ombra di una notte profondissima, così lontana da noi da farci confondere con l’anticamera dei nostri sogni. I ristagni d’acquasegnavano sulle pareti imbiancate pentagrammi di stratificazione: la Natura, inconsapevole, aveva disegnato i suoi fregi, decorandosi da sola di una bellezza così leggera da voler schiarire il buio.
domenica 13 maggio 2012
Il Palombaro Lungo di Matera
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