Ci sono montagne e montagne, quelle da raggiungere a fatica e quelle che abitano nel cuore. Sono fatte da affetti e da ricordi. Sono piccole dimensioni locali le cui chiavi d’accesso si tramandano di generazione in generazione. Questa poi appartiene a mio padre: veglia sul paese che l’ha visto da bambino. E a me piace molto rispettare queste cose. Mi piace pensare al fatto che era sempre presente durante la sua infanzia. Nonostante sia così vicina a me, non c’ero mai salita sopra. Finalmente oggi, con alcuni amici, ci sono andata su, per guardare il mio piccolo paese dall’alto. Sono pendenze morbide, vestite d’erba riarsa al sole che mossa dal vento brillava come l’oro. C’era una bella sensazione di pace lassù: a un paio di ore dal tramonto le montagne perdevano la loro netta visibilità e si acquerellavano in monocromie che sfumavano l’indaco. Sulla carta questa piccola montagna prende il nome di Monte il Pago (1521 m), ma nel paese da sempre la chiamano “Cucuruzza”.
domenica 15 agosto 2010
Monte il Pago
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