domenica 28 febbraio 2010
Valle Leona e Valle del Puzzillo
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giovedì 25 febbraio 2010
Miniera di Bitume di Monte Camicia dal Rifugio di San Francesco

Quella di oggi è stata una sciata machiavellica, perchè come dice lui: per forza o con frode. E infatti oggi abbiamo sciato proprio per forza, perchè di neve, all'inizio, non è che ce ne fosse poi così tanta sulla piana di Campo Imperatore! Lasciata l'auto sul margine della strada poco oltre il Rifugio San Francesco (1482 m), ci siamo direzionate verso Fonte Vetica. La neve era ghiacciata, durissima e poca, piena di stecchi di verbasco e cardi secchi congelati che
uscivano fuori, è stato comunque divertente fare lo slalom lì in mezzo, ma soprattutto mi è piaciuto sentire il ghiaccio, visto che domenica mi aveva demoralizzato. Arrivate a Fonte Vetica (1682 m) siamo passate vicino al rifugio della Forestale, proseguendo sempre accostate alla montagna, dove c'era maggior accumulo di
neve. In un continuo saliscendi ci siamo direzionate verso la miniera di bitume (1764 m), alle pendici di Monte Camicia, passando per il Colle dell'Omo Morto (1811 m)... quanto mi sono
divertita! Mi aveva sempre incuriosito quella struttura, e finalmente oggi l'ho vista da vicino. Cercando informazioni ho letto cose molto interessanti: le stratificazioni minerali di questo
giacimento risalgono a oltre 200 milioni di anni fa, nel periodo del Mesozoico (l'Età dei Rettili), ed è l'insediamento dolomitico più antico di tutto il Gran Sasso. Intorno al 1935 venne costruita
la miniera, ormai un rudere, per estrarre la lignite dalle dolomie bituminose, ma l'impianto non entrò mai in funzione perchè venne completato proprio allo scoppio della seconda guerra
mondiale. Ho letto inoltre che le caratteristiche litologiche di questo giacimento sono simili in tutto e per tutto a quelle delle
Dolomiti, Patrimonio dell'Umanità.... non ce ne vogliano i friulani, i trentini e i veneti... :-) … Altre informazioni a riguardo, molto più dettagliate delle mie, sono riportate qui.
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domenica 21 febbraio 2010
Valle del Puzzillo da Alantino
Finalmente una giornata decente per uscire! E' stata una settimana di tempo pessimo... tra libecci temporali e scontri di pressione stavo per mettere la muffa a stare dentro casa. Come ogni domenica mattina la lezione di fondo ha la priorità su ogni altra cosa, e così è stato... Vista la neve semi-ghiacciata il maestro Loris ha ben pensato di inchiodarci ad una costa pendende vicino ad Alantino, per farci fare esercizi di virata in discesa. Un po' noiosa come cosa, ma importante. Solo poche ore più tardi
La foto sopra è l'immagine di una valanga sulla costa della Cimata di Pezza. Abbiamo notato anche altri cedimenti spontanei della neve.
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domenica 14 febbraio 2010
Centomonti forever e la Miniera di Bauxite

La neve di ieri sotto al Gran Sasso era bella, ma quella di oggi a Campo Felice era ancora più bella! Non mi aspettavo nulla di speciale perchè il meteo non era esaltante, eppure mi sono
ricreduta. Ormai il corso di fondo che faccio mi lega in maniera indiscussa alla zona di Campo Felice (e la cosa non mi dispiace per niente, anzi) così finita la lezione ne approfitto per esplorare il territorio, ormai a mò di sonda. Finita la lezione ho chiesto al
maestro Loris in quale zona potevo andare e mi indica la Valle Leona. Avendo cambiato gli sci non potevo usare i binari della pista, così mi sono orientata a occhio approfittando dei tracciati di una motoslitta, perchè sul serio il troppo bianco della neve mi dava alla testa in modo da non farmi distinguere dove fossero le salite e le discese (il nome Centomonti ha un perchè): il solito
effetto di vertigine quando non si hanno riferimenti visivi di un altro colore. Però che pace. Quanto sono stata bene. Ho sciato fidandomi ciecamente della traccia, che era perfetta, perchè la motoslitta aveva appiattito la neve, tanto da non farmi sfangare, e allo stesso tempo l'aveva appena increspata con la trazione dei cingoli, così da avere la caratteristica di essere semi-battuta. Per i
miei sci era una favola. L'ho percorsa per un'ora in totale solitudine, senza vedere nessuno nemmeno da lontano, in un idillio appagato, felice, poetico, addirittura con dei fiocchi di neve che scendevano dolci, amplificando la sacralità della pace... che bello. A distruggere quella condizione perfetta è stato il peggior incubo dello sciatore asociale abruzzese: venti ciaspolatori romani. E per di più sulla mia traccia...(NOOOOOOOOOOOOOOOOO!!!!!!!!!!!!!!). Cambio strada e arrivo alla Miniera, dove finalmente mi concedo una pausa nei pressi del
bandone. La cosa assurda è che i ciaspolatori c'erano pure sulla pista da sci. Li riflettevo e pensavo a quanto non fosse giusto,
perchè: 1) è irrispettoso nei confronti di chi scia perchè gli si sfascia tutta la pista; 2) non è corretto nei confronti di chi prepara le piste perchè costa tempo e soldi (le motoslitte che fanno i binari consumano 25 litri di gasolio l'ora...); 3) non è corretto nei confronti del buco dell'ozono perchè appunto si inquina di più (in riferimento al punto 2); 4) non è corretto nei confronti degli ottici d'Italia perchè le piste sono PIENE di cartelli che esplicano per bene il divieto di passaggio in qualsiasi altro modo diverso da quello con gli sci; 5) è assolutamente inutile percorrere la neve battuta con le ciaspole perchè quelle servono solo ed escusivamente per non sprofondare nella neve fresca... ma come si fa a non capirlo??!! Il passo cambia, è innaturale, se non asserviscono alla loro funzione sono decisamente inutili e ingoffano i movimenti (!); 6) per concludere c'è una legge regionale che sanziona dai 20 ai 250 euro chi altera la struttura
della pista. Purtroppo ho notato che non sono poche le persone che se ne fregano. Forse non lo sanno. Forse non ci pensano. Eppure basterebbe poco poco mettersi nei panni degli altri, perchè questa norma non dovrebbe essere intesa come una legge, ma come un atteggiamento di educazione, di rispetto e di intelligenza.


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sabato 13 febbraio 2010
Anello da Santo Stefano di Sessanio a Monte Cappellone, alle Condole e S. Maria ai Carboni
Oggi abbiamo fatto un giro ad anello partendo da Santo Stefano di Sessanio. Lasciate le macchine vicino al ristorante, nei pressi della Madonna del Lago (1224 m), ci siamo portati subito in alto salendo su Monte Cappellone (1557 m), la montagna alle spalle della piccola Chiesa. Svalicata la cima in direzione del Gran Sasso attraversiamo la Valle di Traetta, riprendendo poi una strada che
porta nella località delle Condole (1397 m). Le Condole sono delle costruzioni agro-pastorali molto antiche dei monaci cistercensi di Santa Maria di Casanova, sicuramente collegate al Monastero di Santa Maria del Monte di Campo Imperatore. E' probabile che
risalgono al 1400 circa, ma non vi sono dati certi. Molte informazioni interessanti a riguardo di queste antiche strutture le ho trovate in questo sito. Un'altra cosa che mi ha colpito del percorso è la presenza di diverse grotte, buona parte anch'esse
allestite a rifugio pastorale: le pecore – si sa – sono sempre state una grandissima ricchezza di questo territorio! Dopo una breve sosta riprendiamo il nostro percorso in direzione delle Locce, attraversando prima la Valle Orticara e poi la Valle Cannera, avendo come obiettivo la Chiesa di Santa Maria ai Carboni (1244
m). Purtroppo dell'edificio originario ne rimane ben poco, giusto qualche accenno nelle fondamenta, perchè la struttura è stata
riadattata alla funzione di ricovero per la pastorizia. Seguitiamo il cammino attraversando tutto il piano delle Locce, verso
Barisciano, salendo, poi, in direzione del sentiero dell'ippovia che passa sotto Monte della Selva, riprendendo così la via per Santo
Stefano di Sessanio. Per tutto l'anello abbiamo impiegato circa cinque ore. Anche questa volta il merito della guida è tutto
di Gaetano Falcone, che con molta disponibilità ci ha accompagnato per questo bellissimo percorso, come la scorsa volta, quando siamo andati a fare l'anello da Castel del Monte a Sella di San Cristoforo, a Fonte del Cane e la Natrella; e a me personalmente ha guidato anche alle primissime escursioni. Grazie Gaetano.

Riporto in citazione le informazioni sulla chiesa di Santa Maria ai Carboni che ho trovato esplicate su di un cartello dell'Ippovia del Gran Sasso. Santa Maria ai Carboni. Piano Le Locce faceva parte dell'organizzazione pastorale dei cistercensi di S.Maria di Casanova (primo impianto cistercense in Abruzzo voluto nel 1191-1195 dai Conti di Loreto Berardo e Maria) che aveva ai margini del pianoro la grancia di Santa Maria ad Carvons o ai Carboni. Le grance erano comunità agrarie cistercensi fondate su una propria organizzazione economico-amministrativa, spesso venivano utilizzate come deposito, magazzino, infermeria o luogo di punizione. Santa Maria ai Carboni, sita nel pianoro delle Locce in una zona ancora oggi denominata “le carvone”, conserva solo la parte inferiore dell'originaria struttura su cui è sorta quella successiva poi degradata a stazzo per il bestiame e rifugio di pastori. Scarse sono le notizie che si hanno di questa chiesa che viene citata per la prima volta nell'atto di donazione del Vescovo di Valva Nicola nel 1232 al monastero di Santa Maria di Casanova. Con la donazione di Santa Maria ai Carboni si rafforzava la presenza dei cistercensi nella zona meridionale del Gran Sasso, così le masserie del monastero avevano maggiori possibilità di pascolo in zone, come le Locce, dove era possibile coltivare anche legumi, cereali e foraggi sempre però con un ruolo subalterno alla pastorizia di primaria importanza anche grazie alla ripresa della transumanza favorita dai cistercensi. I piccoli villaggi agro-pastorali sorti nelle vicinanze di Santa Maria ai Carboni, inseriti in un nuovo e fiorente sistema economico gestito dai monaci, scompaiono in coincidenza con il decadimento dei monasteri cistercensi e con il conseguente abbandono delle loro grance.
domenica 7 febbraio 2010
Alantino, la Camardosa e la Fonte del Campo
Sia lodato il maestro Loris! Sempre sia lodato... Oggi sono stata investita di enorme privilegio: mi ha fatto provare i suoi sci personali! Niente tigri, niente sci del CAI a trabocchetto ecc. ecc. ma un paio di sci di notevole fattura, leggeri, comodi, che sulla neve scorrevano meravigliosamente. Devo ammettere che è stata tutta un'altra cosa rispetto alle scorse lezioni. Comincio pure a capire bene gli algoritmi della tecnica dello sci da fondo.


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giovedì 4 febbraio 2010
Anello da Castel del Monte a Sella di S.Cristoforo, a Fonte del Cane e la Natrella

impiegato circa sei ore. Quella di Castel del Monte è una storia millenaria. Nata inizialmente come roccaforte di difesa ha attraversato i secoli mantenendo le sue tradizionali
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