Visualizzazione post con etichetta san severo. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta san severo. Mostra tutti i post

venerdì 2 aprile 2021

Antiche incisioni del Monastero di San Severo

Ogni luogo si concretizza in molteplici punti di vista, non vi è mai la stessa percezione, e dipende non soltanto dal mutamento climatico aseconda delle stagioni, ma anche dalla nostra capacità di osservare che di volta in volta è variabile così come lo siamo noi stessi con i nostriumori. A volte abbiamo uno sguardo più accorto ai dettagli, a volte più aperto all’insieme, ma è sempre diverso, con la conclusione che dareper scontato un luogo è sicuramente un errore. Scoprivo la bellezza di vecchie incisioni sugli intonaci del monastero di San Severo, presso lamontagna di Pettino, accenni delicati di un passato lontano, messaggeri di memoria perduta. Tra croci e figure antropomorfe vi erail vissuto di qualcuno ormai dimenticato, lontanissimo e sconosciuto, dissipato nel tempo dell’abbandono, e delle cui memorie nerimanevano soltanto pochi graffi. Vi ero stata in passato ed ora ne scoprivo altri punti di vista egualmente affascinanti. Quante coseancora da conoscere, scoprire e riscoprire, quanta bellezza sulle nostre montagne.

sabato 26 marzo 2016

Fuori Porta la Montagna: il monastero di San Severo tra le montagne di Arischia e Pettino

Fuori Porta la Montagna il bosco ci accoglieva indicando marcatamente i suoi sentieri che dal basso della città si levavano sui rilievi di appartenenza. I ruderi della Rocchetta si esponevanotra i pini ormai così grandi da chiudere le antiche traiettorie visive, che un tempo traguardavano le altre torri di avvistamento di Coppito, di San Vittorino, di Preturo e San Marco, di Casaline edei Colli di Barete. Gli storici datavano la Rocchetta al XII secolo, ormai rimanevano soltanto pochi sassi e la percezione di una forma circolare. Percorrevamo il filo di cresta di Monte Pettinofino a Croce Cozza, dove il panorama si apriva verso tutte le direzioni, per poi scendere nella Valle Cascio, tra il labile equilibrio di boschi secchi persi nel tempo e nei muschi. Suun piccolo colle giacevano i ruderi di San Severo che nonostante deturpati dal peso degli anni rendevano ancora la loro importanza. Gli affreschi del XIII secolo (secondo gli storici digrande bellezza) erano stati rubati, ne rimanevano pochi stralci a rendere la vibrazione dei loro antichi colori, protetti da una volta a vela in procinto di crollo, realizzata con mattoni a coltello avista. Affianco la chiesa altri ruderi identificavano una probabile Foresteria, tutto si perdeva nell’incuria e nell’incompetenza di chi questi beni avrebbe dovuto tutelarli.
Di seguito una citazione tratta da Fuori Porta La Montagna Note Illustrative a cura di Carlo Tobia, p. 31.
Per una descrizione dell’interno della chiesa come si presentavaagli inizi degli anni 60 vedi p. G. Marinangeli, Severo pitinate dispensator nel 475 della chiesa di Aufinum, Roma, 1963, pp. 40-43. Riportiamone un brano: […] iniziando dall’angolo in cornuepistolae: S. Lucia, Madonna con Bambino. Irriconoscibile la figura successiva. Indi un Santo Vescovo e Dottore: forse Sant’Agostino od anche S. Martino. Sotto questi affreschi, cheprobabilmente risalgono alla prima metà del sec. XIII, quando il monastero fu donato ai Canonici Lateranensi, si nota la parte affrescata con motivi semplici in tempi ancor più vetusti. Il murodi sinistra è stato rinforzato con una parete aggiuntiva. Su questo lato è quasi interamente perito il ciclo pittorico. […] nella parete della chiesa e in muri divisori della «foresteria», sonoincorporati frammenti lapidari che fanno sospettare che il luogo fosse abitato nel periodo romano e il ductus delle iscrizioni funerarie si presenta molto elegante.