domenica 10 agosto 2025

Anello del Vasto tra le Grotte della Genga, Casale Cappelli e la Chiesa di San Clemente in Fratta

Una luce calda rischiarava il rigore essenziale di quel luogo sacro, filtrava dalle piccole finestre strombate e vestiva le mura inpietra di un’atmosfera raccolta. La sua datazione era storicizzata al 1313, ma alcune supposizioni ascrivevano la Chiesa di San Clementeal periodo paleocristiano. La notte precedente la Pasqua, in passato, vi giungevano i fedeli da Assergi per celebrare il mistero della resurrezione, nei secoli chissà quante luci vacillanti di fiaccole si erano perdute nel buio cosmico di infinite notti stellate. Fontisettecentesche l’appellavano come San Clemente in Fratta, probabilmente allora vi era intorno una boscaglia ad avvolgerlae custodirla, a differenza di adesso, invece, dove una radura dorata battuta dal sole di agosto la esponeva disarmata di ogni copertura.Sulla porta di legno incisioni e date richiamavano un passato non troppo lontano, ma tutta la sua essenza ci giungeva come unpunto fermo oltre il tempo e lo spazio della bellissima Valle del Vasto. Poco distante, il piccolo paese di San Pietro alla Jenca aveva abbellitole vie, portato i servizi, risistemato diverse case, come a voler tendere una mano al turismo, che fortunatamente trovavamo rispettoso.Le voci dei presenti si mescolavano al rumore dell’acqua sempre sgorgante dalla storica fontana. Un ripido sentiero scendeva nellavalle in direzione del fiume, dove poco distante il Casale Cappelli teneva su di sé la memoria dei sentieri della Resistenza, che ilprogetto Percorso Memoria Natura del Comune dell’Aquila mirava a non far dimenticare, ero felice di aver contribuito anch’io a quel progetto con la realizzazione del logo. Anni fa scrissi anche sulla storia che vi avvenne, su Giovanni di Vincenzo e i suoi compagni inquella notte di maggio del 1944. Il letto del fiume Raiale era completamente asciutto, ci camminavamo dentro come su unserpente di argilla, da lì era più facile individuare le Grotte della Genca, completamente nascoste nel folto della vegetazione,sicuramente anch’esse un tempo avevano fatto funzione di riparo anche nel periodo della guerra. L’interessante complesso eraadibito a dipendenza agricola, all'interno vi erano ancora la paglia e i carboni di un vecchio fuoco ormai estinto da anni.

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