sabato 9 agosto 2025

L'Eremo di San Nicola da Staffoli e i resti dell'antica chiesa di San Giovanni

Da Staffoli un sentiero a mezzacosta raggiungeva l’Eremo di San Nicola, gli antichi terrazzamenti e i rinforzi di mura a secco delpassato garantivano ancora oggi una comoda percorrenza. L’ombra del bosco e il fresco che risaliva dai fossi rendevano piacevoleil nostro tragitto. “Si tratta di una piccola cavità, di circa 5 metri di profondità per 7 di larghezza. Presenta molte opere murarieerette per regolarizzare il suo perimetro, altrimenti molto irregolare. Sul lato sinistro un sedile percorre quasi tutta la parete, aldi sopra affreschi molto rovinati lasciano intravedere 7 personaggi e una figura più piccola. Vi si legge: S. IOANNES e MARIA, epiù sotto: DUAS RABAS. Sulla parete di destra si riconoscono S. Michele Arcangelo, S. Pietro, la Vergine con Bambino, S.Margherita, più altre due figure non ben distinguibili.” (Gianfranco Trovato, “Culti Ipogei”, Notiziario del Circolo SpeleologicoRomano, 2004). La descrizione della "Grotta di S. Nicola presso Capradosso" risaliva a oltre vent’anni fa, non c’erano più gliaffreschi descritti ad omaggiare i visitatori del luogo sacro, ma soltanto lacerti di malte cromatiche che con minimi decori lambivanoquasi tutte le pareti. […] “La grotta di San Nicola in passato fu un eremo, con alcuni aggiustamenti in muratura, un camino etracce di due pregevoli affreschi narranti la vita del Santo titolare, attualmente conservati presso il Museo del Monastero diSanta Filippa Mareri a Borgo San Pietro. Con molta probabilità l'affresco rappresenta il più antico documento pittorico delCicolano e ritrae, con uno stile orientaleggiante che rimanda alla pittura del Duecento, San Nicola, la Vergine, il Bambino edaltre figure. Questo rifugio, dopo il 1228, a seguito dell'infeudamento del territorio a varie famiglie, fu scelto da Filippa, sorella diTommaso e Gentile Mareri, e da alcune sue seguaci come luogo di fuga nel quale decise, dopo aver rifiutato tutte le offertedi matrimonio, di dedicarsi alla vita monastica”. (tratto da un cartello informativo del luogo). Un altro luogo, un tempoimportante, catturava la nostra attenzione: San Giovanni di Staffoli era una delle prime chiese edificate di Petrella Salto, citatanelle bolle papali del 1153 di Anastasio IV e del 1182 di Lucio III, ma l’importanza di un tempo aveva ormai lasciato spazio all’oblio,vedevamo soltanto ruderi sommessi e anonimi, accostati alla strada e semi nascosti dalla vegetazione.

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