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domenica 24 agosto 2014

Majella - Monte Amaro dalla Fonte di Nunzio e il Vallone di Femmina Morta

La parte sommitale della Majella sembrava un maestoso altopiano incastonato tra le nuvole. Distese sconfinate di ghiaionirivelavano tra il pietrame la presenza di piccoli fiori, ridotti nelle dimensioni poiché adattati a quell’ambiente così severo.L’assenza di alberi e di ripari conferiva all’insieme una visione lunare, malinconica e desolata, con prospettive lontane intente asmorzarsi negli inghiottitoi o fin dove lo sguardo era in grado di estendersi. Il Bivacco Pelino era visibile sulla cima di MonteAmaro anche a chilometri di distanza, il suo igloo di metallo rosso prendeva risalto sul chiarore degli sfasciumi che un tempocostituivano il fondale dell’antico mare di Tetide. Dalla cima del massiccio prendeva senso la terra d’Abruzzo, si leggevano gli altririlievi superiori e si ammirava il Gran Sasso, figlio della dea Maia che secondo la leggenda era la trasfigurazione di quella montagna.