Il profilo del
mare d’inverno non trovava pace, ribolliva e confondeva i suoi limiti con
quelli del cielo. Tutta la sua voce si concentrava nel suono delle onde,
increspate e violente nell’impatto con la battigia. Le ruote della bicicletta
percorrevanoa fatica la riva del mare, tra resti di conchiglie e rami
scarnificati, mentre stormi di gabbiani si infastidivano della nostra presenza,
volando via per riatterrare poco dopo il nostro passaggio. La Torre di Cerrano
mano a mano diveniva sempre più grande, fino amanifestarsi sopra di noi con il
suo profilo dominante. Adagiata su un
promontorio a picco sul mare, la torre costituiva un fondamentale elemento di
controllo del più ampio sistema territoriale di avvistamento costiero, voluto
dai viceré spagnolidi Napoli, Alvares di Toledo e poi Parafan de Ribeira, duca
di Alcalà, nella seconda metà del XVI secolo, dopo le devastanti incursioni
turche. La torre, edificata nel XVI secolo (1568), assume la tipica
conformazione delle torri del Viceregno ed il suonucleo originario, nonostante
gli importanti interventi di sopraelevazione ed ampliamento, è ancora
ampiamente riconoscibile. Il presidio, che conservò la sua funzione di
controllo durante il XVI e il XVII secolo, divenne possedimentodei marchesi di
Cermignano, i di Scorrano che si servirono della torre per difendere il confine
orientale del marchesato. Sulla originaria torre a tronco di piramide, con base
quadrata ed apparato a sporgere su robusti beccatelli con tre caditoie perlato, venne eretta, all’inizio del XX secolo, una seconda torretta quadrata
coronata da merli. Nel corso di tali lavori di trasformazione furono modificati
anche gli interni del manufatto creando una scala ed alcuni piccoli vani nello
spessore dellemurature, con l’apertura di finestre ad oblò. Nuovamente
ampliata con l’aggiunta di un corpo di fabbrica ad “L” verso sud-est, negli
anni 1982-83 venne restaurata ed è attualmente sede di un Laboratorio di
Ecologia Marina. (Tutto il testo riportato incorsivo è citato dal libro “Guida ai Castelli d’Abruzzo” – Carsa Edizini). Pineto contraddistingueva
la sua bellezza con la piccola foresta
da cui prendeva il nome, quel tratto di lungomare si immergeva nell’ombra dei
pini marittimi, come se quella linguadi terra fosse un’oasi di pace dal caldo
potenziale dell’estate. Quegli alberi così grandi nel corso degli anni avevano
assecondato il verso del vento, si piegavano cercando la più ampia estensione
di loro stessi, saldi alla propria terra e pronti ad accogliere chiunque sotto
la loro protezione.
domenica 20 gennaio 2013
Pineto e la Torre di Cerrano
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