Portavamo
negli occhi ancora la bellezza di Campo Felice e delle sue piste da fondo, la
giornata era stata così bella e così distinta dall’alta pressione che proprio
non riuscivamo a rientrare a casa. Desideravamo ammirare il tramonto per
concludere la giornatacon la bellezza negli occhi, per questo andavamo a
Campotosto a scrutare sul filo dell’acqua le luci della sera, quelle poco dopo
il tramonto, quando tutto si infuoca e vive di un’intensità assoluta. Le ombre
si animavano silenziosamente di un rosso intenso, lasuperficie del lago era
perfettamente distesa, disturbata solo di tanto in tanto dal volo radente delle
folaghe, che sfruttavano la superficie come resistenza per il loro volo.
Ammiravo quello specchio d’acqua e pensavo a tutto quello che c’era sotto, allevecchie case dei pastori e alle miniere di torba, alle ferrovie abbandonate,
ormai da anni inghiottite nel buio di quella immensa mole d’acqua. Ad aprile
2012 scrissi un articolo per la Lucciola,
il giornale settimanale di Marruci, dove trattavoproprio l’argomento delle
torbiere sotto il Lago di Campotosto, lo riporto di seguito.
La miniera di torba sotto il Lago di
Campotosto. La costruzione della diga artificiale che ha portato alla
formazione del Lago di Campotosto venne iniziata nel 1939 dalla Soc. Terni. Prima
di allora tutto l’altopiano si costituiva di prati verdi dediti ai pascoli, una
delle principali ricchezze del territorio, ma soprattutto di una risorsa
naturale generatasi attraverso i secoli: la torba. Oltre settecento ettari
della superficie palustre erano torbiferi, per una profondità in alcuni punti
anche di venti metri. Gli abitanti del posto non avendo le possibilità e i
mezzi per dedicarsi all’estrazione industriale fecero presente alle autorità di
tale rinvenimento, e fu così che nell’ultimo decennio del 1800 si intrapresero
gli studi per l’estrazione della torba, con bonifiche e trivellazioni. Con la
scoperta di questo ricco giacimento, gli abitanti del territorio si animavano
di grandi speranze di uno sviluppo economico e sociale: tale ricchezza avrebbe
di certo portato lavoro ed investimenti, su di un altopiano ricco già di suo di
bellezze naturali. La torba, oltre a servire come combustibile, poteva essere
utilizzata in molti modi: per conservare le sostanze alimentari, poteva essere
convertita in carbone, se ne poteva estrarre il petrolio, il catrame, il gas, lo
spirito o addirittura essere ridotta in carta ed ovatta, o semplicemente usata
come concime, insomma una vera ricchezza dalle molteplici destinazioni di
utilizzo. Il comune di Campotosto si trovò a dover gestire una potenzialità
immensa senza averne purtroppo le capacità: nacquero così tanti progetti, uno
più importante dell’altro, tutti urgenti nella realizzazione che alla fine
finirono inevitabilmente per accavallarsi e ritardarne così l’esecuzione,
questo avvenne fino a quando le redini della situazione non vennero prese in
mano dalla Soc. Aterno, che, addossandosi l’esecuzione di tutti i lavori, diede
vita ad un cantiere bene organizzato e ben gestito, in grado di fruttare un
enorme reddito. I giacimenti torbiferi vennero sfruttati fino a quando altri
studi non interessarono la zona per la realizzazione di un enorme lago
artificiale: sotto il Regime Fascista l’Italia aveva bisogno di ricavare
energia elettrica dal suo territorio. Sara Chiaranzelli (Bibliografia: Campotosto e il suo lago di Aurelio
De Santis).
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