domenica 6 gennaio 2013

Il Lago di Campotosto e le miniere di torba

Portavamo negli occhi ancora la bellezza di Campo Felice e delle sue piste da fondo, la giornata era stata così bella e così distinta dall’alta pressione che proprio non riuscivamo a rientrare a casa. Desideravamo ammirare il tramonto per concludere la giornatacon la bellezza negli occhi, per questo andavamo a Campotosto a scrutare sul filo dell’acqua le luci della sera, quelle poco dopo il tramonto, quando tutto si infuoca e vive di un’intensità assoluta. Le ombre si animavano silenziosamente di un rosso intenso, lasuperficie del lago era perfettamente distesa, disturbata solo di tanto in tanto dal volo radente delle folaghe, che sfruttavano la superficie come resistenza per il loro volo. Ammiravo quello specchio d’acqua e pensavo a tutto quello che c’era sotto, allevecchie case dei pastori e alle miniere di torba, alle ferrovie abbandonate, ormai da anni inghiottite nel buio di quella immensa mole d’acqua. Ad aprile 2012 scrissi un articolo per la Lucciola, il giornale settimanale di Marruci, dove trattavoproprio l’argomento delle torbiere sotto il Lago di Campotosto, lo riporto di seguito.
 
La miniera di torba sotto il Lago di Campotosto. La costruzione della diga artificiale che ha portato alla formazione del Lago di Campotosto venne iniziata nel 1939 dalla Soc. Terni. Prima di allora tutto l’altopiano si costituiva di prati verdi dediti ai pascoli, una delle principali ricchezze del territorio, ma soprattutto di una risorsa naturale generatasi attraverso i secoli: la torba. Oltre settecento ettari della superficie palustre erano torbiferi, per una profondità in alcuni punti anche di venti metri. Gli abitanti del posto non avendo le possibilità e i mezzi per dedicarsi all’estrazione industriale fecero presente alle autorità di tale rinvenimento, e fu così che nell’ultimo decennio del 1800 si intrapresero gli studi per l’estrazione della torba, con bonifiche e trivellazioni. Con la scoperta di questo ricco giacimento, gli abitanti del territorio si animavano di grandi speranze di uno sviluppo economico e sociale: tale ricchezza avrebbe di certo portato lavoro ed investimenti, su di un altopiano ricco già di suo di bellezze naturali. La torba, oltre a servire come combustibile, poteva essere utilizzata in molti modi: per conservare le sostanze alimentari, poteva essere convertita in carbone, se ne poteva estrarre il petrolio, il catrame, il gas, lo spirito o addirittura essere ridotta in carta ed ovatta, o semplicemente usata come concime, insomma una vera ricchezza dalle molteplici destinazioni di utilizzo. Il comune di Campotosto si trovò a dover gestire una potenzialità immensa senza averne purtroppo le capacità: nacquero così tanti progetti, uno più importante dell’altro, tutti urgenti nella realizzazione che alla fine finirono inevitabilmente per accavallarsi e ritardarne così l’esecuzione, questo avvenne fino a quando le redini della situazione non vennero prese in mano dalla Soc. Aterno, che, addossandosi l’esecuzione di tutti i lavori, diede vita ad un cantiere bene organizzato e ben gestito, in grado di fruttare un enorme reddito. I giacimenti torbiferi vennero sfruttati fino a quando altri studi non interessarono la zona per la realizzazione di un enorme lago artificiale: sotto il Regime Fascista l’Italia aveva bisogno di ricavare energia elettrica dal suo territorio. Sara Chiaranzelli (Bibliografia: Campotosto e il suo lago di Aurelio De Santis).

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