lunedì 3 dicembre 2012

La Valle della Giumenta da Prato Capito

I rami sottili dei faggi si intrecciavano tra loro, quasi a voler stabilire un sodalizio tra ogni singola pianta, la neve poi ricoprivatutto e sigillava quelle unioni in una superficie unica. Quella visione pareva l’intelaiatura di un tetto, come se quella strutturafosse l’idea di un qualcosa in grado di proteggerci, come un riparo, una casa, il bosco ci accoglieva al suo interno e si lasciavapercorrere nelle sue dimensioni più intime. La neve aveva coperto ogni cosa, persino i tronchi degli alberi ne erano rivestiti,il suo candore schiariva ulteriormente il silenzio del bosco, così assoluto e intatto da ogni altra presenza. La valle della Giumentasi marcava solo delle nostre tracce, di tanto in tanto ne incrociavamo qualcuna di qualche animale, ma erano davveropoche e quasi completamente rivestite. Ci affacciavamo sulla Valle del Morretano dove il bianco dominava su tutto, persino ilcielo era coperto di nebbia, tanto da cancellare i profili della terra e generare così un’unica estensione. Fissavo il candore della nevee scoprivo interminabili giochi di frattali: senza riferimenti visivi la vertigine viveva dell’illusione ottica di uno strano caleidoscopio naturale.

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