domenica 25 marzo 2012

Monte Bolza dalla Valle della Cacera

Monte Bolza ammirava la catena del Gran Sasso dalla sua posizione privilegiata, era come una sentinella, e proteggeva Castel del Monte dalle intemperie di Campo Imperatore. Lagiornata incerta disegnava rovesci su diverse località, vedevamo in alcuni punti il cielo gonfio e carico di sfumature grigie rigettarsi verso il basso in diffusioni piovose, ma fortunatamente su di noi simanteneva un tempo costante. Salivamo cresta cresta lungo il crinale da Est, tra rocce sconnesse e grossi ghiaioni, la vista era da subito bellissima, così affacciata sulle numerose dolinesottostanti. Giunti nella parte sommitale della montagna una leggera nevicata ci regalava la percezione di uno scenario unico: Campo Imperatore, così maculato dalla neve, stemperava le suetonalità contrastanti, appagando lo sguardo in una lunga percezione d’insieme. Come eravamo fortunati in quel momento ad ammirare tanta bellezza. Senza pretendere troppo dal cielodecidevamo di lasciare la cresta e di scendere verso Sud, verso gli avvallamenti sottostanti, così morbidi ed rinverditi dalla nuova primavera, tra i ruderi delle condole e gli stazzi dei pastori. Granparte della bellezza del Gran Sasso risiedeva nelle tonalità grigie dei maceroni e nell’erba rasa attraversata dai sentieri silenziosi: quei colori, quei sassi, designavano perfettamente uno statod’animo, ogni cosa ti entrava dentro e si imprimeva come una visione ancestrale, ma forse sentivamo quell’amore forte perché in fondo tutto già ci apparteneva, e noi semplicemente lo riscoprivamo, ogni volta come la prima volta.

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