Il nome della Valle Majelama pareva riecheggiare lungo quel profondo squarcio di montagna, il sentiero si insinuava nel silenzio di quella voragine rocciosa sormontata da alte pareti untempo custodi di ghiacciai. Le morene intervallavano quell’enorme letto, scandendo lo spazio in pendenze diverse, e, mentre tutto giaceva nella solitudine di Monte Velino, dall’altoalcune grotte ci guardavano. I bucaneve tremavano al vento, che si incanalava nella valle, scuotendo le foglie e le infiorescenze dei noccioleti: tutto appariva come soggetto di apparizioni distinte,tra appezzamenti di crochi e giovani boschi piegati dalle valanghe. Portavamo gli sci a spalla alla ricerca della neve, e per alcuni chilometri avevamo lo sguardo pieno della visione diprimavera. Il vento aveva pulito quel deposito tralasciando a fatica le zone d’ombra, mentre la Valle del Bicchero manteneva inalterato l’inverno, donandoci finalmente la visione bianca dellesue ultime suggestioni. Ci inoltravamo in quell’enorme circo glaciale con la sensazione di accedere in un tempio, quella zona così isolata e distante si lasciava guardare, facendo correre il nostro sguardo sul filo delle montagne alla ricerca del cielo.
domenica 18 marzo 2012
La Valle del Bicchero e la Valle Majelama
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Posti splendidi!
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