sabato 4 giugno 2011

Eremo di Santo Spirito a Majella

Santo Spirito a Majella è senza dubbio uno dei complessi monastici più famosi e più grandi della Majella oltre che il più ricco di storia e di tradizioni. Ha subito molte trasformazioni  nel corso degli ultimi mille anni, ma conserva ancora tutto il suo fascino dovuto alla sua stupenda posizione nella valle a cui ha dato il nome, nonché all’atmosfera di mistero che ivi regna neldedalo di scale e negli orti abbandonati. Come per tanti eremi della Majella non esiste una data precisa della sua origine, anche se si può supporre che sia anteriore al Mille. La prima presenza famosa a noi nota è quella di Desiderio, il futuro papa Vittore III, che nel 1053 vi dimorò con alcuni eremiti costruendovi una chiesetta. Nel secolo successivo l’eremo ebbe probabilmente unperiodo di abbandono viste le condizioni in cui Pietro da Morrone lo trovò intorno alla metà del tredicesimo secolo. Dal 1310 al 1317 fu priore in S. Spirito il Beato Roberto da Salle e nel 1347 vi dimorò per alcuni mesi Cola di Rienzo. Nei due secoli successivi vi fu un lento declino e solo con l’arrivo del monaco Pietro Santucci di Manfredonia, nel 1586, la vita religiosa viriprese vigore. Questi riuscì in alcuni anni a rimettere in piedi il complesso costruendo, fra l’altro, la scala santa che porta all’oratorio di S. M. Maddalena. Fra alti e bassi si giunge al 1807, anno della soppressione di alcune comunità monastiche. La badia fu nuovamente abbandonata; nel corso dell’Ottocento si tentò più volte di rimetterla in piedi, ma sempre con scarsirisultati. La parte bassa del grande complesso monastico è costituita da tre settori ben definiti. La prima parte comprende la chiesa, la sagrestia e un’ala abitativa distribuita su due piani. Di seguito a questa troviamo i servizi del vecchio convento, formato da sei grossi locali di cui rimangono solamente le mura di base. I primi due settori si appoggiano alla parete rocciosacreando un lungo corridoio che conduce alla Foresteria o Casa del Principe. Dalla Foresteria inizia la “Scala Santa” che in due lunghe rampe porta all’oratorio della Maddalena e a due grandi balconate rocciose. Dall’oratorio un sentierino scavato a tratti nella roccia scende nell’ampio piazzale antistante la chiesa. Al di sotto della chiesa, sul lato a valle, si apre l’ingresso dell’Eremo,interamente ricavato nella roccia. Intorno a questo nucleo originario si è poi sviluppato il monastero. Moltissime sono le leggende legate a questo luogo di culto e in particolare a Pietro da Morrone. Storie di diavoli, di profanazioni sacrileghe ed esemplari punizioni, tutte imperniate intorno alla figura del Santo eremita. Un tempo numerose compagnie di pellegrinigiungevano alla Badia risalendo la valle o valicando la montagna; oggi solo in occasione dell’apertura della “Perdonanza”, il 29 agosto, possiamo notare una discreta partecipazione dei devoti. (Testo tratto da un cartello informativo del luogo realizzato dall’ARCHEOCLUB – PESCARA, COOP. MAJAMBIENTE).

3 commenti:

  1. Ciao! Abruzzese anche tu? :)
    Vedo che ti piace molto girare, a me anche piace tantissimo, vado in molti posti.
    Complimenti per come scrivi e passa sul mio diario di viaggio online se ti va!
    Ciao!

    Stefano

    RispondiElimina
  2. E' la meraviglia delle meraviglie un posto che rimarrà sempre nel mio cuore....

    RispondiElimina