domenica 11 luglio 2010

Sentiero del Centenario


Ho sempre sentito parlare del sentiero del Centenario come il più attraente e spettacolare dell’intero Appennino. Personalmente non ho molti parametri di giudizio per potermi esprimere in maniera obiettiva, ma posso dire senza dubbio che è stato un giro bellissimo! Siamo partiti intorno alle 6 e mezza di mattina dalla sterrata che conduce a Vado di Corno (1924 m), ufficialmente è da lì che inizia il sentiero del Centenario. Considerata la lunghezza del percorso siamo partiti un po’ tardi rispetto una giusta scaletta tempistica, ma di meglio proprio non si poteva fare (e tra l’altro io stavo pure con tre ore di sonno!!). I colori di questa mattina erano davvero meravigliosi, e le montagne tramite quelli rivelavano tutta la loro leggerezza, scoprendosi come sacre. Guardare quei colori era come assistere ad una preghiera. Tutta la parte iniziale del percorso che passa su Monte Brancastello (2385 m) è stata una mano santa, perché attraverso la sua esposizione e la sua facilità mi ha dato modo di accostarmi in maniera graduale a tutto l’itinerario, insomma come una sorta di riscaldamento fisico e mentale. Non avendo la benché minima esperienza di ferrata, l’impatto visivo iniziale con le Torri di Casanova (2362 m) non è stato molto esaltante: l’attacco è ripido, e le corde e le scalette sono le stesse dal 1974. Non me l’aspettavo, credevo di avere più paura, eppure una volta su sono riuscita a trovare una giusta naturalezza nel contesto, i pensieri mano mano si sono accostati alla pietra, e il contatto con essa addirittura mi faceva stare tranquilla. Sembra assurdo ma è così. E poi ero in ottima compagnia (e quella fa tanto) in totale eravamo sette persone, di cui quattro accompagnatori del CAI di L’Aquila (Latino Bafile, Leucio Rossi, Gianluca Torpedine e Mario D’Angelosante). Abbiamo eseguito il percorso in tutta sicurezza, con casco, imbrago e kit da ferrata. Per chi ha più esperienza alpinistica magari tutto il percorso può sembrare così semplice da non prendere precauzioni (scrivo questo perché abbiamo incontrato diverse persone che eseguivano questo giro senza avere nessuna sicurezza, nemmeno il casco, e si calavano dalle rocce facendo presa sempre e solo sulla corda), eppure lì basta un attimo di distrazione per mettersi nei guai, perché molte corde sono lasche e arrugginite (diversi chiodi sono saltati), e le rocce sono friabili: alcune ti rimangono in mano, per non parlare poi di tutte quelle che si smuovono ad ogni passo e che vanno addosso a chi sta di sotto! (C’è stato un momento che s’è gelato il sangue a tutti perché stavamo risalendo un piccolo tratto tendenzialmente ripido prima di arrivare alla successiva corda fissa, e mi sono aggrappata ad una pietra che si è rivelata mobile, l’ho lasciata subito e come mi sono spostata a tre metri di distanza da noi si è innescata una piccola frana… quindi non credo proprio si debba sottovalutare questo percorso). Tutte le persone che erano con me avevano già fatto il sentiero del Centenario, alcune più di una volta, e ognuno, riportando la propria esperienza, ha sottolineato il fatto che non se lo ricordava così degradato, ma più scorrevole e percorribile: l’ultima esperienza è di due anni fa, forse allo sfacelo avrà contribuito il terremoto. La vista che si gode da quelle creste rocciose è spettacolare, oggi poi siamo stati molto fortunati perché abbiamo trovato ad accoglierci una giornata splendida, con una pressione così alta da scongiurare qualsiasi temporale. Lo sguardo correva lontano, fino a raggiungere il mare. È incredibile la sensazione di pace che trovo sulla cima delle montagne, forse è proprio vero che è il posto più vicino a Dio. Cresta cresta abbiamo superato Monte Infornace (2469 m) e Monte Prena (2561 m), portandoci in maniera obbligata fino al Vado di Ferruccio (2233 m). La via Normale di Monte Prena (2561 m) non è più tanto “normale” perchè è venuta giù tutta, scoprendo la pietra viva sottostante. Mano mano che passa il tempo la Natura si sta evidentemente rimpossessando di quel pezzo di paradiso. Mentre ero sdraiata su Monte Infornace (2469 m), a contemplare il meraviglioso affaccio sul teramano, ho visto con gran sorpresa un folto numero di camosci destreggiarsi tra quelle rocce, quella in fondo è la loro terra, chissà se se la riprenderanno tutta prima o poi. Arrivati a Vado Ferruccio io ero l’unica che voleva completare il percorso e salire su Monte Camicia (2564 m): non mi si è filata nessuno! Mannaggia la finale dei mondiali di calcio! Comunque va bene anche così, in fondo ero stanca anch’io e di certo non mancherà occasione di ripercorrere di nuovo tutto il sentiero (sperando che non peggiori!). La parte più brutta è stata quella finale: 4 km di strada sterrata monotona fino a quella asfaltata dove ci attendeva un piccolo pulmino che ci avrebbe riportato alle macchine. Secondo i dati del GPS abbiamo percorso 19,7 km impiegando 12 ore (di cui 7 h 33 min in movimento e 4 h 37 min di pause e ferrate), con un dislivello complessivo di circa 1390 metri.

6 commenti:

  1. Sono anni che voglio farla! E non riesco mai per il problema logistico delle auto. :'(
    Ironia della sorte, ho percorso solo il tratto che non hai percorso tu: quello finale del Camicia.
    Eh ma quest'anno ci vado! E poi io non seguo il calcio! ;-)

    RispondiElimina
  2. PARDON mi correggo: le ferrate delle Torri di Casanova sono state ripristinate 4 anni fa dal Soccorso Alpino (così mi hanno detto...)

    RispondiElimina
  3. Sono appena tornata da 3 giorni (2 di camminate)trascorsi in quel paradiso....è la seconda volta che vado alla scoperta di alcune cime del Sentiero del centenario...l'anno scorso io, il mio ragazzo, sua sorella, suo cognato e sua nipote abbiamo conquistato il Monte Camicia passando dal Vado di Ferruccio...mentre qst anno, dopo una prima giornata di "riscaldamento" iniziata dall'osservatorio di Campo Imperatore e terminata dopo il monte Brancastello e il Vado di Pioverano, siamo partiti alla scoperta della cima del Monte Prena (passando sempre dal Vado di Ferruccio)....passo dopo passo è nostra intenzione riuscire a percorrere anche quei tratti più difficoltosi (magari accompagnati da qualche guida :) )

    RispondiElimina
  4. Hai nominato dei posti davvero meravigliosi, bellissimi! Quella di farsi accompagnare è un'ottima cosa, anche io un sentiero del genere non mi sognerei mai e poi mai di farlo da sola! Se voi ti posso indicare delle guide del posto, basta che cerchi nel sito di
    www.mountainevolution.com, sono i migliori! :-)

    RispondiElimina
  5. Ciao se avete impiegato 12 ore x salire fino a monte Camicia e di consegunza fino a fonte Vetica avreste impiegato altre 5 ore.ciao Mimmo
    ci vediamo in vetta sto' pianificando una salita in questi giorni.se vuoi unirti .
    mimmo611@excite.it

    RispondiElimina
  6. probabilmente anche 6 o 7, forse 10, chissà...

    RispondiElimina