giovedì 22 luglio 2010

Monte Corvo da Prato Selva per il Campiglione, la Valle del Venacquaro e il Rifugio del Monte

Monte Corvo (2623 m) è un gigante, la sua dorsale imponente sembra la schiena di un dio. Non ha bisogno di particolari punti di vista per imporsi: da qualsiasi parte lo si guardi dimostra sempre la sua mole possente. L’ho sempre ammirato da dove potevo, e ogni volta lo scrutavo dalle altre montagne, immaginando quale potesse essere la via più fattibile per salirne la cima. Partiti da Prato Selva (1375 m) abbiamo risalito il percorso del Bike Park fino a Colle Abetone (1775 m), e da lì abbiamo proseguito in direzione del versante Est di Monte Corvo, dove c’è un’area che prende il nome di Campiglione. La nostra intenzione era quella di intercettare la cresta il prima possibile, così, ignorando la traccia dell GPS di Gigi, ci siamo appettati una pendenza fatta di ghiaioni, falasca e uva ursina che se non era al 100% poco ci mancava. Sulla carta (basta cliccarci sopra per ingrandirla) ho messo due punti rossi ad identificare i passaggi più difficili di tutto il giro, e questo ne è uno. Intercettata la cresta siamo arrivati comodamente sulla cima di Monte Corvo (2623 m). Quello che si vede da lassù placa l’anima, dà piacere, e ricompensa dell’impegno messo a disposizione per salire (provare per credere!). Le nuvole che salivano dal versante Nord, toccavano la cima e, scontrandosi con altre correnti, si arricciavano su loro stesse. Sembrava un gioco. La visibilità maggiore ci era concessa soprattutto a Sud: finalmente una nuova prospettiva! Da qui potevo guardare le montagne dirimpettaie di Monte Corvo, quelle da cui lo scrutavo: Pizzo Cefalone, Pizzo Camarda e Monte Ienca soprattutto. La croce di Monte Corvo purtroppo è staccata, se il tempo mi faceva stare un po’ più tranquilla avrei anche proposto alle altre tre persone che erano con me di provare a rincastrarla di nuovo… e vabbè… (magari alla prossima). Ripreso il percorso siamo riscesi in direzione della Sella di Monte Corvo (2305 m), dove dei bellissimi passaggi su roccia inasprivano di molto il paesaggio, ma è più l’impressione che altro, sono molto facili. Svalicata anche la Sella abbiamo continuato a scendere, calando un notevole dislivello di circa quattrocento metri. Ad accoglierci ora c’era la Valle del Venacquaro, una conca isolata che se vede 100 persone all’anno è pure troppo. Davvero bellissima. Da lì dovrebbero partire due sentieri, purtroppo noi distrattamente ne abbiamo intercettato solo uno (quello sbagliato) l’unico visibile da dove venivamo noi. Per riprenderci da questo errore e riprendere così la traccia del GPS abbiamo attraversato (contro la mia volontà) il precipizio che ci separava dal pianoro dove si trova il Rifugio del Monte. Una pendenza oltre il 100% che non rifaccio manco se mi pagano. Rintercettata la traccia e tirato un sospiro di sollievo abbiamo raggiunto il bellissimo Rifugio del Monte (1614 m), chiuso e senza bivacco annesso, l’unica cosa positiva è che c’era una fontanella vicino. Da lì ricongiungerci con Colle Abetone (1775 m), chiudere l’anello, e riscendere per il sentiero del Bike Park non ha comportato altri grossi impegni. Secondo i dati delGPS del temerario Gigi abbiamo percorso 22,6 km, con un dislivello totale di 1747 metri; tempo di cammino effettivo di 8 ore e 14 minuti (ma abbiamo sforato abbondantemente le 10 ore, forse pure 11 a causa della pendenza ripida). È stato un giro bellissimo!!!

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