mercoledì 17 settembre 2025

Pentedattilo - Calabria

Una grande mano dai colori della terra si apriva nel cielo rendendo fisicità al nome di Pentedattilo. Molte erano le suggestioniche si coglievano nel paesaggio, con case “incuneate all’interno delle spaccature e dei crepacci di questa piramide spaventosamenteselvaggia, mentre tenebre e terrore covano sopra l’abisso attorno alla più strana abitazione umana…” le parole di Edward Lear,scritte nell’estate 1847, descrivevano una personale suggestione che diveniva universale, sentimenti immutati nel tempo chetornavano sul profilo delle montagne, nella natura arida della terra riarsa, negli strapiombi precipitanti sulle fiumare, sullepietre conglomerate che si arroccavano al di sopra del castello. Il fascino della Calabria Grecanica parlava una lingua tutta suache la legava agli antenati. Nel 1930 anche Mauritius Cornelius Escher, esploratore dell’infinito, aveva immortalato quelle forme suggestivenei suoi disegni, a riprova che quando la natura svelava l’abisso il sublime diveniva attraente.

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