sabato 23 agosto 2025

Antichi tholos sulle montagne di casa, tra i rilievi di Cansatessa, San Vittorino e Arischia

La montagna di casa, quella che c’è sempre, nonostante tutto, come una carezza d’infanzia. Quella che puoi anche perderti con lacertezza che saprai ritrovarti. Quella dove le stagioni passano, riflettono animi e sentimenti che fanno eco alla vita che passa con lesue di stagioni. Pietra dopo pietra, anno dopo anno, secolo dopo secolo, da un millennio all’altro, lavori infiniti di uomini avevanosistemato quei maceroni, diramando una lunga serie di grandi mura a secco poste a definire limiti di coltivi e terrazzamenti. Tra unaleggera boscaglia impreziosita di rovi, rose canine e giovani roverelle, scoprivamo un dedalo di pietre dimenticate che raccontavanola bellezza di primitive montagne di casa, dove l’uomo si adattava e riadattava la natura intorno a sé con qualche opera dinecessario utilizzo. Dalle grandi mura di macere alcuni tholos di edificazione sottofascia si aprivano intatti inviolati dal tempo,con la loro anima scarnificata che davvero non poteva essere ancor più essenziale. La bellezza rigorosa della pietra custodiva dei piccolivarchi bui affacciati nel passato dei nostri antenati. Grazie ad Alessandro Chiappanuvoli per averci accompagnato sulla suamontagna di casa. La capanna sotto fascia. Quelle capanne ricavate nei declivi, nelle grosse macere e nelle mura dicontenimento dei campi hanno spesso il solo ingresso visibile, risultando per il resto completamente sotterrate e di ridottissime dimensioni. Questo tipo di ricovero è costruito all’atto di edificazione del muro di terrazzamento […] testo in corsivo trattoda “Pietre d’Abruzzo, Guida alle capanne e ai complessi pastorali in pietra a secco” di Edoardo Micati, Carsa Edizioni, 2001.

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