Una modesta collina sopra l’abitato di Arischia un tempo
celebrava il culto di Sant’Angelo, ce lo narravano i resti, ormai del tutto
anonimi, che sorgevano sulla propaggine collinare alla base tra il Fosso delle
Pescine e il Fosso di Monte Omo. Poche mura rimaste

in piedi, nascoste nella
pineta, tra la quiete e l’odore di resina, definivano un luogo assai remoto e
al tempo stesso vicino

all’abitato. Trovavamo i resti di Sant’Angelo grazie alle
indicazioni di Marino, un abitante di Arischia che fortunatamente ci aveva

fornito
le giuste indicazioni, le coordinate trovate sul web davano una collocazione
errata, le giuste coordinate erano queste:

42°25'20.60"N 13°20'29.70"E
Di un certo interesse
anche la chiesetta di S. Angelo (localmente
Santàgneru) ormai semidiruta che si
trova a q. 936 sul colle omonimo a S del quale si estende Arischia. Ai piedi
dei ruderi sono
presenti alcune piccole grotte di cui è difficile individuare
il primitivo utilizzo. La posizione della chiesetta che consente di spaziare
a
larghissimo raggio potrebbe far pensare che sia stata edificata sui resti di
una preesistente torre di avvistamento o rocca (?)
Andrebbero fatti degli scavi
per meglio indagare anche la datazione della chiesa. Il Mariani ricorda a sua
memoria che il 29
settembre vi si celebrava la festa di S. Michele Arcangelo. Va osservato che il culto di S. Angelo è sempre legato alla presenza di
grotte.
(Testo in corsivo tratto da “Fuori Porta la Montagna” a cura di Carlo
Tobia, del Gruppo Culturale L’Arca, 1998).