Santa Maria del Piano di Orvinio e le antiche mole
Nell’Alta Sabina, Tra Orvinio e Pozzaglia, una rete di
comode strade attraversava boschi e vallate, ne percorrevamo una indirezione
della suggestiva Santa Maria del Piano, un’antica abbazia benedettina del IX
secolo che manteneva ancora in piedii tratti distintivi della sua bellezza strutturale.
La scorgevamo imponente tra gli alberi, così bene integrata nel paesaggio, chelasciava
dedurre senza dubbio l’importanza che aveva rivestito in passato. La sua antica
origine sembrerebbe ad opera diCarlo Magno a seguito di una vittoria sui
Saraceni; conobbe un periodo di rilevanza e operosità, che diminuì mano mano nel
corsodel tempo, fino a quando ob aevi
gravitatem et redituum diminutionem venne abbandonata sul finire del
Medioevo.Trovavamo incastonati nella sua struttura i materiali di risulta
dalle origini ancor più antiche, grandi lettere incise ancoraperfette a
dispetto dello scorrere del tempo. Seguivamo i sentieri fino alla sponda del
Fiume Rio alla ricerca della mola, tra radureanimate dai pascoli, boschi
autunnali e il calore di una mite giornata di ottobre, con la torre campanaria
dell’Abbazia che svettava tra glialberi come un punto di riferimento sulla via
di ritorno per Orvinio. La gentilezza degli abitanti del posto, così legati a L’Aquila,
ci donavaun momento di condivisione sulla conoscenza del territorio, ma anche
di riflessione sulla frequentazione massiva che nei mesiestivi la Cascata
della Mola del Castello era costretta a subire. Il dono di condivisione di
Domenico ci lasciava scoprire un luogo chealtrimenti non avremmo mai trovato,
una mola ancor più antica immersa nella bellezza di una natura incontaminata.
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