Le pitture rupestri di Grotti e il Castello delle Grotte lungo il sentiero per la Madonna dei Balzi
Nel 2004 erano state condotte delle interessanti ricerche
sulle pitture rupestri del riparo sotto roccia di Grotti, lungo la Valle del
FiumeSalto, dall’archeologo Tommaso Mattioli in collaborazione con la Cattedra
di Protostoria europea dell’Università degli Studi diPerugia. Tali studi
ponevano l’attenzione su queste straordinarie testimonianze: ben sedici pitture
di colore nero, probabilmenteincise con un pezzo di legno in parte
carbonizzato, definivano con uno stile schematico figure antropomorfe,
geometriche e filiformidi piccole dimensioni, risalenti all’età
pre-protostorica (qui l’articolo completo). La localizzazione del sito, nonostante
le indicazioni,non era semplice, e questo fortunatamente ne garantiva la
salvaguardia. Anche il riuscire ad individuarle da vicino non era immediato, aspettoche faceva accrescere ulteriormente l’entusiasmo per la loro lettura. Da quel
riparo roccioso, esposto in maniera così privilegiatae assolata, compivamo un
salto temporale che ci riportava in dietro nel tempo all’Eneolitico e all’Età
del Ferro, l’emozione perquesta consapevolezza era unica. Riprendevamo il
sentiero per il Santuario della Madonna dei Balzi ammirando anchealtre interessantissime
testimonianze. Un antico insediamento del XIII secolo, definito Castello delle
Grotte – per i locali noto con iltermine Grotte sfasciate – si incastonava nei
vuoti rocciosi dei balzi della montagna, conformandosi in maniera davvero
singolare,con i vari riadattamenti avvenuti nel corso dei secoli. Il valore
della pietra lavorata addossata alla roccia, la consapevolezza dellastoria e
la bellezza suggestiva dell’ambiente rendevano quel percorso segnato sul filo
delle falesie davvero unico.
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