sabato 29 aprile 2023

La costola di drago di Atessa

La leggenda narrava che Atessa, nata dalla conurbazione degli abitati di Ate e Tixa, un tempo era afflitta dalla presenza di un drago che divideva i due paesi, venne ucciso da San Leucio e da allora un’enorme costola di osso faceva da testimonianza dell’accaduto.
Il culto di San Leucio, nativo di Alessandria d'Egitto, evangelizzatore e primo vescovo della città di Brindisi, viene dapprima diffuso, tra il IX e X sec. nelle regioni centro-meridionali dai Longobardi di Benevento e poi veicolato lungo le piste armentizie con la grande ripresa della transumanza orizzontale, a partire dal XIII-XIV sec.. Il racconto fabuloso delle origini di Atessa si sovrappone fascinosamente ai documenti e ai segni della storia, legandosi all'opera salvifica svolta da San Leucio, ricordato come uccisore dell’immane dragone che divideva i due opposti borghi altomedioevali di Ate e di Tixa e che esigeva, novello minotauro, vittime e sangue umano. La chiesa dedicata a San Leucio, per ricordare il miracolo e tramandare la sua devozione, segna anche il processo di conurbazione di questi antichi abitati e la nascita di una sola città unita e pacificata: Atessa. La costola di animale preistorico presente nella teca richiama la trama del mito eziologico, nelle cui trasparenze si svelano significati e simbologie: San Leucio, portatore di luce spirituale, come suona il suo nome, rappresenta il bene che sconfigge il male, il drago della leggenda e probabile proiezione anche delle paludi che infestavano il territorio, bonificate dai padri Basiliani, a cui la tradizione ascrive la primitiva cella in onore di San Leucio. (Cenni storici a cura della Prof.ssa Adele Cicchitti). Testo tratto da un cartello informativo posto all’interno della Cattedrale di San Leucio di Atessa.

Nessun commento:

Posta un commento