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Il falso fiore della vita presso l’antica cattedrale di San Massimo di Forcona
La bellezza dei fiori della vita era nel mistero della
geometria sacra, nell’idea di armonia del creato, nella proporzione che
accompagnava
il congiungimento tra microcosmo e macrocosmo. Li cercavo ovunque
e spesso mi trovavano. Quel semplice poligono esagonale,
base strutturale del fiore, era in grado di moltiplicarsi all’infinito
fino a generare stelle e galassie, ma anche di scomporre la materia
fino alle
sue parti più infinitesimali, seguendo sempre la legge delle proporzioni. Tornavo
a cercarli nei luoghi del passato, e anche
se li trovavo non perfetti per me
erano comunque segno di un’assoluta emozione. Nell’ora del tramonto li cercavo
presso l’antica cattedrale
di San Massimo di Forcona a Civita di Bagno, un
luogo di straordinaria bellezza nonostante l’incuria e il declino, vi ero stata in passato, in
un tardo pomeriggio d’estate, trovandola avvinghiata dai rovi, mentre
adesso era più percorribile con la vegetazione a riposo. Indagavo
quelle
antiche pietre che mano a mano si inondavano della luce rosea del tramonto, non
trovando nulla purtroppo. Mi accontentavo
però con gioia del decoro floreale di
un vecchio materiale di risulta inserito all’esterno, che tra spirali, croci ed
altri motivi incisi su
pietra, lasciava comunque schiudere un fiore a sei
petali.
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