La Madonna dell’Incile aveva ai piedi una luna ed in testa
una corona di dodici stelle, si stagliava nel cielo bianco di nubi con i richiamidell’Apocalisse,
mentre sotto di lei il corpo di fabbrica dell’Incile dava accesso ai grandi
collettori di scolo dell’Emissario del Fucino. Quellamagnifica opera idraulica,
iniziata per mano dei Romani e completata dai Torlonia, manteneva ancora attiva
la sua funzione, quasi perpetua,così concepita da un ingegno eccellente. Già avevo percorso in passato la galleria Claudio-Torlonia, la differenza ora era nell’acqua piùabbondante su cui le luci si flettevano e
specchiavano prima di perdersi nel buio delle condotte. Laddove la pietra era
nuda erano visibili i segniincisi dagli uomini lontani da noi millenni, il
presente si sovrapponeva all’eterno, mentre il defluire dell’acqua evocava il celebre aforismaeracliteo secondo cui tutto scorre.
La visita all’Emissario del Fucino è stata un’escursione in
programmaall’evento “Strisciando 2.0 2019” Raduno Internazionale di
Speleologia avvenuto dal 31 ottobre al 3 novembre 2019 nel Comune di
Lettomanoppello.
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