La Rava del Ferro saliva ripidamente dal versante
occidentale, attraverso la bellezza di balze di roccia verticali e grandiose.
Il fascinodell’ambiente accresceva di suggestione al cospetto di un luogo
solitario, dove soltanto lo sguardo regale dei camosci era avvertitocome
presenza. I sassi scoprivano l’incanto dei fossili, che attraverso il tintinnio
della pietra evocavano la memoria dell’antico mare Tetide; levalli sommitali
erano distese di bianchi fondali ormai sommersi di cielo, dove onde di nuvole a
volte parevano infrangersi. Sulla cima diMonte Amaro prendeva nota il Bivacco
Pelino con il suo rosso scarlatto, incontravamo adesso molte persone salire da
altre vie, chetutte sulla croce di vetta avevano stabilito destinazione. Una
lunga serie di omini di pietra appariva e spariva verso il Ravone della Vespa,scendendo percorsi ancor più ripidi dell’andata, dove vecchi sentieri ormai in
disuso venivano percorsi raramente.
domenica 4 agosto 2019
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