La via delle Uccole da un lato contava gli sfiatatoi
dell’antico acquedotto romano e dall’altro ammirava il vuoto strapiombante
delleGole di San Venanzio. Faceva molto caldo, e ne approfittavano i serpenti
alla ricerca del sole, disturbati purtroppo dal nostro passaggioobbligato. Un
varco aperto da un crollo accedeva comodamente all’interno del condotto, che
così fresco e asciutto segnava nettamenteun’altra dimensione. Le pareti segnavano
ancora gli antichi livelli di tracimazione, a tratti si impreziosivano di
speleotemi, mostrandopersino decorazioni arabesche di radici concrezionate.
Percorrevamo tutto il percorribile, diversi crolli avevano ostruito i passaggi
deglisfiatatoi mostrando luoghi ancora più integri, dove la terra a poco a
poco si rimpossessava di ciò che le era stato tolto. Nei pressi delleuccole la
luce del giorno filtrava debolmente dando vita a piantine e muschi, i ragni proteggevano
i loro bozzoli sul ciglio delle ragnatele,osservando noi e le altre forme di
vita che vivevano di quella penombra.
domenica 11 giugno 2017
L'acquedotto delle Uccole
Etichette:
acquedotto delle uccole,
gole di san venanzio,
raiano
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento