La Grotta di Vaccamorta si apriva sul fianco orientale della
Valle del Puzzillo, nascosta nel folto della vegetazione delle montagne sopral’abitato
di Tornimparte. Il suo ingresso angusto si apriva come una piccola fessura alla
base di una parete rocciosa, e si immettevaimmediatamente nella bianchezza
della calcite, che, definita sul fondo, pietrificava il senso del flusso delle
acque. Sulla sogliamoltissime farfalle si legavano alla pietra, si tenevano
saldamente alla roccia mentre un flusso di aria fredda movimentava le loro ali.
Leacque assorbite dal sistema carsico del Bosco di Cerasolo risorgevano qui,
attraversando un intricato e complesso sistema sotterraneo: neimillenni avevano
scolpito canyons, meandri e salette, modulato stalattiti ed eccentriche, che
accostate alla visione di acqua limpidadonavano profonda suggestione
all’ambiente. Mi piaceva molto la memoria dell’acqua che si manifestava attraverso
tutto quel candore:sulle pareti si leggevano i livelli di tracimazione, mentre
la fantasia completava l’illusione di un lago immaginario. Una forra alta e
strettacontinuava un percorso serpeggiante, miriadi di scallops ricamavano la pietra mentre il fondo della grotta diveniva
sempre piùl’anticamera di un sogno.
lunedì 3 ottobre 2016
La Grotta di Vaccamorta
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