Le fioriture dei
mandorli ingannavano l’inverno lasciando trasparire una precoce primavera,
mentre il caldo alimentava i grappoli di processionaria, che posti sui rami dei
pini neavvelenavano l’esistenza. Il Castello di Barisciano lasciava leggere a
tratti l’andamento della sue antiche mura a ridosso del crinale, un magnifico
punto di vista non solo sulla parte del TratturoMagno all’ingresso della Piana
di Navelli, ma anche verso la strada di Campo Imperatore. Una lapide, posta a
memoria nel sito, ricordava l’ultimo assedio di Braccio da Montone avvenuto il
23aprile 1424: la storia ci tramandava una valorosa e sanguinosa resistenza
che faceva onore agli ultimi abitanti del castello prima della sconfitta e dell’umiliazione
delle loro donne, costrettesemi-nude a raggiungere a piedi la città dell’Aquila.
I secoli avevano sedimentato terra e macerie appianando e nascondendo le
antiche strutture, che ormai ai nostri occhi si aprivanosoltanto come piccole
salette ipogee sorrette da volte a botte pericolanti.
sabato 6 febbraio 2016
Il Castello di Barisciano
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