I contrafforti minori del Gran Sasso non tradivano mai il loro fascino, sopra la Selva di Barisciano cambiavano mesi e stagionima rimaneva sempre salda una bellezza rinnovata. Ogni volta quelle testimonianze storiche rivivevano di suggestione, tratombe a tumulo e cinte murarie vestine, seguivamo il tragitto dei nostri antenati. Filamenti di lana si impigliavano tra i rovi diantichi tratturi, bordati da muri a secco e cespugli di rosa canina. In lontananza il profilo del castello di Rocca Calascio dominava lemontagne come una sentinella, mi sentivo sicura tra quelle terre accoglienti, che nonostante spoglie e sconfinate portavano inseno la bellezza e l’enigma della vera ricchezza.
sabato 27 febbraio 2016
Anello di Monte La Selva di Barisciano
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domenica 21 febbraio 2016
Il Ramo degli Asteroidi - Grotta di Cittareale
La montagna di
Cittareale nascondeva sotto la quiete dei suoi pendii una lunga progressione di
vuoti, articolati da pozzi estrettoie, e passaggi sospesi tra traversi e
pendoli. Quella maestosa cavità lasciava intuire il suo aspetto polivalente, comeun’entità multiforme che prendeva corpo al passaggio della luce e delle
emozioni, adagiate su morfologie complesse e differenti.Andavamo in direzione
della Galleria degli Asteroidi, tutto quello che ci precedeva non era in grado di
anticipare la bellezza diquello che avremmo visto. Il piccolo ingresso,
modesto, mano a mano si alterava in una serie di rigonfiamenti e bolle di cristalli,tanto che il nome che gli avevano dedicato non poteva esserne più adatto. Ogni
parete del tunnel si colmava di concrezionifriabili e brillanti che al
passaggio della luce rimandava alla lucentezza e alla suggestione dei diamanti. Per
terra, una sabbiafinissima era la polvere di quelle concrezioni, i toni
bianchi e gialli si mischiavano tra loro, tutta la materia si perdeva, mentrel’anima
si appropriava di quella meraviglia.
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sabato 20 febbraio 2016
La Grotta dei Briganti di Stiffe
I muschi avevano
rivestito le pietre grigie degli sfasciumi sopra il canalone di Stiffe, il loro
verde intenso contrastava con i toni resibluastri da ombre perenni. Quel ripido
canale accoglieva in sé la Grotta dei Briganti, una delle cavità minori di quel
magnificocomplesso carsico, situata al di sopra della grande risorgenza. La
curiosità ci spingeva violare la tana di una piccola istrice, che conragni e
dolicopoda condivideva il suo riposo. Il breve sviluppo definiva un probabile
ramo fossile, ormai separato chissà daquanto tempo, aperto soltanto da due
ingressi a strettoia. Le concrezioni erano sporche e a malapena si leggeva una
sbiaditapelle di leopardo. Il nome dedicato ai Briganti suggeriva leggende e
suggestioni lontane, ne uscivamo fuori passando per un piccolocamino,
ammirando la bellezza certa del paesaggio.
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domenica 14 febbraio 2016
Il Trabocco Turchino di San Vito Chietino
Nel paese delle ginestre, tra aranci ed ulivi, una piccola
baia chiudeva due promontori. Il Grecale correva verso campagne materne
portando con sé un misto di profumo di acacia.Dall'estrema punta del promontorio destro, sopra un gruppo di scogli,
si protendeva un Trabocco, una strana macchina da pesca, tutta composta di
tavole e travi, simile a un ragnocolossale. (Gabriele D’Annunzio, Il
Trionfo della Morte). Il Parente abruzzese immortalava la suggestione del
Trabocco Turchino, ne rimanevano il mare, il vento e la cava profonda delcielo
di quella memoria lontana, ormai ripristinata con fatture diverse da quelle
ammirate dal Vate.
Le foto del Trabocco Turchino in versione originale sono
state pubblicate per gentile concessione dell’autore.
sabato 6 febbraio 2016
Il Castello di Barisciano
Le fioriture dei
mandorli ingannavano l’inverno lasciando trasparire una precoce primavera,
mentre il caldo alimentava i grappoli di processionaria, che posti sui rami dei
pini neavvelenavano l’esistenza. Il Castello di Barisciano lasciava leggere a
tratti l’andamento della sue antiche mura a ridosso del crinale, un magnifico
punto di vista non solo sulla parte del TratturoMagno all’ingresso della Piana
di Navelli, ma anche verso la strada di Campo Imperatore. Una lapide, posta a
memoria nel sito, ricordava l’ultimo assedio di Braccio da Montone avvenuto il
23aprile 1424: la storia ci tramandava una valorosa e sanguinosa resistenza
che faceva onore agli ultimi abitanti del castello prima della sconfitta e dell’umiliazione
delle loro donne, costrettesemi-nude a raggiungere a piedi la città dell’Aquila.
I secoli avevano sedimentato terra e macerie appianando e nascondendo le
antiche strutture, che ormai ai nostri occhi si aprivanosoltanto come piccole
salette ipogee sorrette da volte a botte pericolanti.
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