Il mare
d’inverno si modulava sotto il canto del vento e delle onde, poche persone
camminavano sulla riva, che, maggiormentepopolata dai gabbiani, si
impreziosiva di conchiglie e addirittura di alcune stelle marine. Davanti alla
Torre di Cerrano,riaffioravano dalla sabbia le rovine dell’antico porto di Hatria, un’importante struttura portuale
che i romani costruironointorno al III secolo a.C. circa; nonostante i tanti
secoli trascorsi quelle malte tenevano ancora saldi il pietrame e il
calcestruzzo,che così erosi dal mare assumevano una veste anonima simile a
quella di normali rocce. Ammiravamo la costa dall’affacciopanoramico di Silvi,
e seguivamo la strada che sul filo della collina conduceva ad Atri. Atri vantava
una storia trimillenaria, dal marealla collina un tempo raccoglieva tutto, era
stata lei a dare il nome al mare Adriatico, una supposizione avvalorata dalla
sua origineantichissima (XII-XI sec. a.C.) e dalla sua collocazione centrale
nel bacino del Mediterraneo. I vasti confini di epoca romana sitrovavano
adesso ridimensionati in un raccolto nucleo urbano, di cui la piazza e la
Chiesa di Santa Maria Assunta ne parevano ilcentro. Dentro la cattedrale
ammiravamo i mosaici delle antiche terme e gli affreschi rinascimentali
ispiratiai paesaggi e ai personaggi abruzzesi. Tra il chiostro e le cisterne romane
numerosi reperti testimoniavano il fascino di una storiaantichissima, la
bellezza della terra d’Abruzzo era anche nel dettaglio di ogni piccolo ricamo
di pietra.
domenica 15 febbraio 2015
Hatria: l'antica Atri dal mare alla collina
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