domenica 7 dicembre 2014

Anello di Monte della Selva di Barisciano, alla ricerca degli insediamenti vestini

Al di sopra di Barisciano si dispiegava il sentiero dei Santarelli, un antico percorso compiuto dai contadini e dai pastori per immettersi sulle vie della monticazione. L’antico tratturomostrava a malapena la presenza dell’uomo tramite sconnessi muri a secco ed il vuoto di una nicchia votiva ormai dimenticata. Il carattere austero del Gran Sasso si ammorbidiva grazie ai suoicontrafforti collinari ed erbosi, dove antiche testimonianze italiche narravano da millenni il culto dei popoli Vestini. Presso la Fonte di Sant’Angelo alcuni archeologi avevano rinvenutosignificative sepolture e testimonianze epigrafiche, pronte a testimoniare la presenza dei popoli italici nelle aree più montagnose di Barisciano, così come una piccola altura anonima,situata poco più avanti in direzione di Santo Stefano di Sessanio, lasciava riemergere dalla terra la testimonianza di cinque tombe a tumulo del VI-V secolo a.C. I popoli italici erano custodi delleantiche vie dei tratturi poiché la pastorizia era la loro principale fonte di economia, e per questo dovevano garantirsi l’accesso agli altopiani superiori dove foraggiare i pascoli. Una delle maggioridirettrici della transumanza vestina passava proprio nella zona adiacente al Monte della Selva, tra Monte Cofanello, Cognanelle e Colle Force, e proprio in queste prossimità trovavamo i resti diun’antica cinta muraria del V – IV secolo a.C., che se vista dall’alto lasciava leggere perfettamente il suo perimetro circolare. Un piccolo gruppo di caprioli era intento a riposare tra i resti diquell’antica postazione, come a volerne sottolineare ancora la sua funzione efficace nonostante lo scorrere dei millenni.
Per approfondimenti: “Ricerche sugli insediamenti Vestini”,Adriano La Regina, in «Mem. Acc. Lincei», serie III, vol. XIII, fasc.5, Roma 1968, pp. 360-444; “Centri fortificati Vestini”, Ezio Mattiocco, Teramo 1986; “Paletnologia e Archeologia di unterritorio”, Fulvio Giustizia, Roma 1985; “I Vestini e il mistero del pagus di Separa”, Alberto Rapisarda, L’Aquila 2011; “Terra di Barisciano”, Raffaele Giannangeli, L’Aquila 1974.

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