Tra la Cima di
Faiete e la Montagna Grande si definiva un antico sentiero che passava per i
laghi di Passaneta e Barisciano, conducendo ai ruderi di Santa Maria del Monte.
La bellezza dei modesti contrafforti del Gran Sasso si stemperava sotto i tonidella
neve, rimasta a schiarire soltanto i versanti a Nord delle montagne, come a
voler mostrare il volto di due stagionidifferenti. Le acque si fermavano al
gelo sotto la volta di sottili lastre di ghiaccio, mentre il falasco secco
mostrava soltanto ilricordo della vita, con tutti i colori che si sbiadivano in
toni opachi e stanchi, come a voler spegnersi del tutto prima diperdersi sotto
la coltre bianca. I ruderi di Santa Maria del Monte ricomponevano a tratti
l’antico perimetro dell’abbaziacistercense, molti secoli si frapponevano alla
deposizione di quelle pietre, lasciando alla memoria l’indagine di poche muraissate a ricordare, con finestre confuse tra quello che era dentro e quello che
era fuori, ormai tutto interno della
Piana di CampoImperatore. Salivamo su Monte Archetto con il pensiero rivolto ai
Partigiani che durante la Seconda Guerra Mondiale trovaronoriparo nel suo
rifugio. Il vecchio cemento che teneva le pietre portava incisa la data 1931,
probabile anno della sua edificazione.I fiori secchi dei cardi si issavano da
terra come stele di memoria, trovando risalto nel contrasto con la neve, prima
di perdersilentamente nella nebbia, come a imitare i ricordi che sbiadiscono
dopo settant’anni.
domenica 21 dicembre 2014
Anello dei Laghi di Passaneta e Barisciano, nella memoria dei cistercensi e dei partigiani
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