sabato 9 agosto 2014

Mainarde Molisane - anello di Monte Mare e l'Eremo di Charles Moulin sul Monte Marrone

Charles Moulin era un pittore francese amico di Henri Matisse, con cui frequentò l’Ecole des Beux-Arts de Paris nel 1888. Viaggiò molto tra gli Stati Uniti, la Francia e l’Italia, dove giunse per laprima volta all’età di 27 anni, e che scelse in seguito come luogo dove rimanere per tutta la vita. Vincenzo Tommasone, uno zampognaro che gli aveva fatto da modello per i suoi quadri, glifece conoscere la Valle del Volturno, da lì nacque l’amore per quella terra, circondata da montagne maestose e primitive. Nel 1919 si trasferì definitivamente presso Castelnuovo al Volturno,alternando la permanenza in paese con lunghi periodi di isolamento artistico sulla cima di Monte Marrone, dove un piccolo eremo costruito in seno ad una vallata sommitale gligarantiva la giusta tranquillità per avere coscienza totale della luce e della natura. La gente del posto gli voleva bene, lo leggevamo negli occhi di Livio, un signore incontrato lungo ilnostro cammino che da bambino aveva avuto la fortuna di conoscerlo: ci descriveva la sua aria singolare e la sua lunga barba bianca, vestito di stracci e sempre con un sorriso gentile definitosul volto, chissà quante leggende avrà suscitato su di sé quello strano pittore che tutti chiamano Mussié Mulà. Nei pressi dell’eremo, diversi faggi secolari si torcevano come a volerdimostrare la propria anima, la nebbia andava e veniva a tratti conferendo a quella visione un ulteriore fascino e mistero. La bellezza delle Mainarde si componeva della sua natura selvaggia eincontaminata, luoghi severi dove l’uomo aveva difficilmente segnato il territorio, e forse sarà stata proprio questa sintesi terrena ad ammaliare l’anima di quell’artista. Dalla cima di MonteMare ammiravamo quasi tutto il filo di cresta della piccola catena montuosa: lo sguardo scivolava lungo i pendii e risaliva le sommità degli altri rilievi, tra ghiaioni, boschi e piccoli arbusti sicomponevano la luce e i colori dell'essenziale. Charles Moulin era stato incantato dai paesaggi delle Mainarde, era ossessionato dalla luce e all’amico Matisse che gli domandava come avrebbefatto a trovarlo scriveva: “Quando vedrai il sole, lì sarò io”. (Testo in corsivo citato da qui).
 

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