Castelbrando
dominava dall’alto la Valmareno, mostrando una bellezza di altri tempi. La Via
Claudia Augustea passava proprio di lì, tra millenni di storia e antiche
leggende. Dalle prossimità diCison di Valmarino partivano gli antichi percorsi
dei mugnai: la via delle acque risaliva
tutto il torrente del fiume Rujo, facilitato da ponti e passerelle, dandoci il
piacere di scoprire antichi muliniristrutturati. Raggiungevamo il Bosco delle
Penne Mozze, dove quasi duemilacinquecento stele metalliche portavano i nomi
degli alpini caduti in guerra. Le penne mozze erano il simbolo di quellevite
spezzate, tantissimi nomi portavano il conto di brevi esistenze. Seguivo i
sentieri dedicati alla Seconda Guerra Mondiale che raccoglievano la memoria dei
caduti in Russia e deicaduti in Africa, ed immaginavo che qualcuno di loro
avesse anche conosciuto i miei nonni, mandati lì a combattere e fortunatamente tornati a casa.
La luce filtrava a malapena tra gli alberi,proiettando per terra l’ombra delle
foglie, mentre il vento dava corpo alla tristezza lasciando tremare anche quelle
brevi esistenze.
domenica 20 luglio 2014
Il Bosco delle Penne Mozze da Castelbrando - Prealpi Trevigiane
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