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Il Ponte Vecchio di Bassano del Grappa
La pioggia lucidava le strade lasciando scoprire tonalità bluastre. Quel ponte portava memoria della disgrazia indescrivibile della guerra, si lastricava di sassi di fiume e lasciava fluire su di sé il
passaggio di migliaia di gente. La voce delle persone si disperdeva nella riflessione di un tempo passato, tra il filo spinato e le lettere dei soldati, lette e rilette da madri afflitte e giovani amanti lasciate
in sospeso. Alcuni elmetti traforati rammentavano il terrore pulito dallo scorrere del Brenta, quegli oggetti morivano e rimorivano nel loro passato, non potendo far altro che lasciarsi
guardare. Alcune mura portavano ancora i segni delle mitragliatrici, tenevano ancora impresso il suono del fuoco, di quell’impatto violento portatore di morte. Adesso tutto scorreva,
sia sotto che sopra il ponte, così come l’acqua anche la vita seguiva il suo corso, passeggiando da un lato all’altro di Bassano del Grappa. Simbolo della città, il ponte costituì una
fondamentale via di comunicazione, collegando Bassano con il Borgo Angarano. Già nel 1209 è documentata l’esistenza di un ponte ligneo, che fu più volte distrutto. Il disegno dell’attuale
ponte, intorno al 1569, si deve ad Andrea Palladio. La ricostruzione del 1947 avvenne ad opera degli Alpini, con il reinserimento dei due poggioli settecenteschi. Di ingresso al
ponte, detto anche degli Alpini, stanno due archi rinascimentali, rispettivamente del 1521 e del 1531. Nel Medioevo il ponte era difeso ai due capi da torri: riconoscibile una verso Angarano. (Notizie tratte da un cartello informativo del luogo).
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