giovedì 14 ottobre 2010

Il Ponte Romano di Beffi, il Castello e la Chiesa di Santa Maria Silvana

Sotto l’antico borgo fortificato di Beffi sono presenti delle testimonianze storiche di enorme importanza, in particolare ero a conoscenza di un piccolo ponte romano di più di duemila anni fa che oltrepassava il fiume Aterno, restaurato, tra l’altro, da non molto tempo. Il percorso per raggiungere questo ponte è davverosemplice e breve: parte dalla vecchia stazione ferroviaria di Beffi, ormai in disuso e abbandonata, e raggiunge il fiume in una comoda carrareccia. Una tabella del Parco Naturale Regionale Sirente Velino (qui trovata) annotava qualche informazione sul Lungaterno, che riporto di seguito a citazione. Il percorso sisnoda tra l’Altopiano delle Rocche, la media Valle dell’Aterno, e la Valle Subequana attraversando paesaggi naturali ben conservati e testimonianze di antichi insediamenti. Lungo il fiume Aterno si ripercorre a tratti l’antica via di collegamento Sulmona-L’Aquila, storicamente attestata dal passaggio nel 1294 di PapaCelestino V affiancato da Carlo d’Angiò e dal figlio Carlo Martello. Il torrente Rio Gambareale si origina, per convogliamento delle acque nell’Altopiano delle Rocche dove scorre a 1300 m circa di quota per defluire nel Pozzo Caldaio o inghiottitoio di Terranera, le sue acque riemergono presso lesorgenti di Stiffe e si gettano nel fiume Aterno. L’Aterno è il corso d’acqua di maggiore portata presente nel Parco, caratterizzato da un regime torrentizio, con piene invernali e secche estive, dovute all’entità delle precipitazioni e alla struttura geologica, di natura carsica, che determina percolazioni delle acque nelsottosuolo. Il medio corso dell’Aterno incluso entro i confini del Parco è il tratto di fiume che scorre tra gli abitati di Campana, a monte, e di Molina Aterno, a valle, insinuandosi nelle Gole di San Venanzio. La presenza di ripide forre caratterizza il tratto tra Beffi e Acciano, dove il corso d’acqua scorre tra pareti roccioseimpervie rendendo non percorribile l’itinerario lungo l’argine fluviale. I centri storici che si affacciano sull’Aterno costituiscono uno scenario pregevole nel contesto ambientale: Fontecchio, con la fontana trecentesca ed il Convento di San Francesco; Tione degli Abruzzi con la Collegiata di S. Maria del Ponte e con le sueTorri di difesa che insieme a quelle di Beffi e Roccapreturo costituiscono un sistema di avvistamento medievale e difensivo del contado aquilano, il nucleo antico di Acciano dal colore dorato, con oltre quindici chiese sparse sul territorio e Molina Aterno con i suoi mulini e l’area archeologica di CampoValentino. Il fiume, elemento da sempre nodale per le civiltà che qui fiorirono e si avvicendarono dalle epoche passate, è oggi sempre di più un importante risorsa naturale da salvaguardare. Ripreso il sentiero siamo passati sopra una parete rocciosa che accostava il fiume, visto che sotto non era possibile, avendo cosìla possibilità di scorgere inizialmente dall’alto il piccolo ponte. È incredibile come la sua veste anonima lo rendava nostro contemporaneo, silenziosissimo ci guardava nello stesso modo in cui guardava le tantissime generazioni prima di noi e prima di Cristo. Per terra, sulla roccia, leggevamo anche i resti di un’anticastrada romana, grazie a solchi profondi scavati dalle ruote dei carri di chissà quanti secoli fa. Quanta storia meravigliosa abbiamo alle nostre spalle, ci sostiene con forza e noi non ne siamo nemmeno consapevoli più di tanto. Altre testimonianze si leggevano sulla nera parete di roccia cheaccostava il fiume: lì, oltre a naturali clessidre, due piccole edicole votive, scolpite a vivo sulla pietra, contenevano uno spazio a sua volta contenitore del Sacro: ormai vuote della materia non lo erano altrettanto dello Spirito, continuavano, nonostante tutto, a delimitare una piccola area sacra. Continuando a camminarecosteggiando il fiume abbiamo seguito un vecchio sentiero abbandonato da tempo e per questo quasi completamente ricoperto dalla vegetazione. A causa del notevole infrattamento abbiamo proceduto molto lentamente, ma ci tenevamo a raggiungere un luogo, anch’esso un tempo molto importante eormai abbandonato: la Chiesa di Santa Maria Silvana, solitamente raggiunta da Beffi. Tuttavia la nostra fatica è stata ripagata: il sentiero chiuso attraversava un vecchio vitigno dove abbiamo trovato della frutta selvatica buonissima: nonostante fuori tempo massimo abbiamo mangiato ottime more e fichi. L’odore dellamenta ci seguiva ad ogni passo, e quando non c’era lei ad accompagnarci c’era il timo, l’origano e il rosmarino. La chiesetta sorgeva poco più avanti, completamente isolata. Purtroppo non sono riuscita a trovare molte informazioni a riguardo. Di ritorno abbiamo evitato di costeggiare il fiume passando più in alto, quasia mezza costa. Questa deviazione ci ha dato la possibilità di scorgere una colonia di vespe vasaie: si erano impossessate di un’ampia parete di roccia, alterandole il profilo con i loro molteplici nidi di terra e fango, durissimi. Il piccolo borgo di Beffi è bellissimo, un luogo incantevole, frazione del comune diAcciano. La Guida ai Castelli d’Abruzzo degli Scrigni dice: Su uno sperone roccioso che scende verso il corso del fiume Aterno, sono ancora visibili, a circa 640 m s.l.m., i resti dell’antico nucleo fortificato di Beffi, piccola frazione di Acciano, dai quali emerge l’alta torre di pietra, a pianta pentagonale, ancora ben conservata; questa, con la torre cilindrica di GorianoValli, che fronteggia sull’opposta sponda del fiume, controllava strategicamente l’accesso alla valle subequana. Il puntone possiede caratteristiche costruttive tali da rendere plausibile collocare la sua prima edificazione intorno al XII secolo. È ipotizzabile che il recinto, oggi ridotto allo stato di rudere, nonfosse utilizzato esclusivamente in caso di pericolo, ma che costituisse una residenza stabile; ciò è infatti attestato dalla presenza di alcuni ambienti all’interno del recinto fortificato, presumibilmente abitati dal feudatario e dal corpo di guardia. Il ruolo di territorio di confine, conteso tra la Diocesi di Valva equella di L’Aquila, è attestato da numerose fonti storiche. La prima fonte documentaria riguardante Beffi risale al 1185, quando il figlio di Rainaldo di Beffe era in possesso della terza parte di Beffe in Valva e “lo teneva in servizio di Gentile signore di Raiano”. Sul finire del XVIII secolo il fortilizio risultava già parzialmente abbandonato.

4 commenti:

  1. Quanti tesori si scopre camminando.Anche da noi girando per campagne troviamo tracce di storia notevoli, altre le abbiamo distrutte per fare strade o fabbriche. A volte mi vergogno di avere vissuto il brutto periodo degli anni 60 dove prendevamo per bello tutto il moderno abbandonando tradizioni e distruggendo il passato

    RispondiElimina
  2. Davvero bellissimo Sara!
    Siete fortunati ad avere tali e tante passeggiate meravigliose nella vostra regione!
    Complimenti per la descrizione, fa venir voglia di esser lì.

    RispondiElimina
  3. ho fatto questo giro il 2 ott,partendo dal ponte romano di Campana fino a Beffi,lunga e facile passeggiata ma sono rimasta entusiasta dei paesaggi del lungo Aterno.Vorrei tornarci in bici.Brava bel servizio.

    RispondiElimina
  4. Grazie a tutti per i commenti.
    Abbiamo delle testimonianze meravigliose da salvaguardare, dei luoghi stupendi e tanta tanta storia alle nostre spalle, così tanta da svalutarla. Questo grave errore avviene nella mia regione come in tutte le altre d'Italia, perché ad essere sbagliato è l'ATTEGGIAMENTO nei confronti della storia che ci ha strutturato fino ad ora, dandola per scontata solo per il semplice fatto che c'è sempre stata. Eppure un mondo senza sole sarebbe terribile…

    RispondiElimina