domenica 15 agosto 2021

Abisso di Trebiciano

Sul fianco di una dolina, protetto da una costruzione, si apriva l’ingresso dell’Abisso di Trebiciano. Una lunga serie di pozzi, attrezzatitutti con scalette di metallo, conducevano all’interno di un’enorme caverna, il cui fondo, dapprima sabbioso, continuava a scendere finoagli specchi d’acqua dei sifoni di ingresso e di uscita: ci trovavamo nel letto del Timavo, il magnifico fiume sotterraneo che nasceva col nomeReka, si inabissava nelle Grotte di San Canziano, raffiorava e sfociava nel golfo di Trieste. Ci trovavamo lì in occasione della Timavo SystemExploration, un programma di esplorazioni speleosubacquee organizzata dalla Società Adriatica di Speleologia con la collaborazionedella Fédération Française d’Études et de Sports Sous-marins (FFESMM) di Marsiglia. Da anni ripetevano i loro appuntamentiesplorativi estendendo la partecipazione anche ad altri gruppi speleologici, tra cui anche il mio, per la collaborazione del trasportomateriali. Rimanevo affascinata dalla lunga serie di scale sospese, verticali e gettanti, alcune congiunte nel vuoto, che davano idea dellatenacia dell’uomo a voler trovare la via. Osservavamo gli speleosub immergersi, le loro luci mano a mano affievolirsi nell’acqua,che oscurata dal buio della grotta conteneva sogni, ignoto e paure. La dedizione alla ricerca, la collaborazione per un progetto comune, e lacondivisione rafforzata dal sentimento di amicizia, davano a quell’appuntamento un grandissimo valore.

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