Secondo la Schedatura analitica delle opere fortificate
abruzzesi a cura di Giuseppe Chiarizia in “Abruzzo dei Castelli”, il CastelloMancino risultava essere un rudere di proprietà incerta con primo impianto
risalente al XI secolo e il cui aspetto, prevalentemente dovutoalle
trasformazioni, attribuito al XVI secolo. Probabili leggende facevano risalire
la sua fondazione per opera delle popolazioni peligne,distaccatesi dal ceppo
originario con una Primavera Sacra. Quei vecchi ruderi, così presenti e sovrastanti
i Colli dell’Oro, si avvalevano dellavisuale dominante non soltanto sulle
valli attraversate dal Fiume Sangro, ma anche a controllo dei passaggi tra le altre
montagneintorno, culmini di bellezza. Sotto di noi l’abitato di Pescasseroli
mostrava i suoi tetti raccolti, stretti come una visione intima, mentreuna pioggia
leggera ci accompagnava lungo il nostro cammino. In prossimità di Monte
Forcella una piccola nicchia ricavata nella rocciacustodiva una sconosciuta area
sacra con all’interno una Madonnina bianca omaggiata dalle candele e da alcuni ex voto dei fedeli. La naturastessa dei
boschi era essa stessa un’area divina entro cui inoltrarsi, perdersi e
ritrovarsi, tra le vibrazioni del rosso d’autunno, che con ilsuo spettro visibile
scaldava di suggestione la luce filtrata tra i rami.
domenica 25 ottobre 2020
Castello Mancino di Pescasseroli e Monte Forcella
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