Salivamo il Vallone Schiena Cavallo immersi nella bellezza
suggestiva del bosco d’autunno, dove la temperatura del colore lasciava vibrare
glispettri cromatici del rosso, e le profondità si avvolgevano di quel tepore
introspettivo di una natura pronta al raccoglimento dell’anima primadel riposo
invernale. Era il momento giusto per ammirare quella tonalità così
coinvolgente, e percepire quel sentimento così soggettivo euniversale. Usciti dal bosco i pendii si vestivano
soltanto di erba rasa, si spogliavano di ogni cosa e lasciavano libero il punto
di vista sulle altremontagne, colorate anch’esse, bellissime su tutte le
visuali, anche molto lontane. Il filo di cresta di Schiena di Cavallo rendeva l’idea
delsuo nome, seguivamo la sua dorsale sopra il fitto dei boschi, sul suo
crinale acuminato e immerso in una natura solitaria e incontaminata,dove vecchi
sentieri ne seguivano a tratti il filo prima di immettersi dalla Sella di
Lampazzo al Vallone Cavuto. Da lì di nuovo la bellezza deicolori caldi dell’autunno,
impreziositi dal verde intenso dei muschi, tra i faggi secolari di un bosco
vetusto custode di memorie lontane, emagnifici aceri dalle foglie di giallo
intenso, il rosa dei primi ciclamini autunnali, e la bellezza della
consapevolezza di quanta grandiosameraviglia vi sia in natura così
disponibile a farsi guardare.
lunedì 26 ottobre 2020
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