La Costa del Cavone prendeva il nome da un enorme buco nel
terreno scavato nei pressi della fonte sopra l’abitato di Castel del Monte:
fino al1901 ogni inverno veniva riempito di neve, che, pressata e coperta di
paglia affinché non si sciogliesse durante l’estate, portava l’acqua nelpaese
attraverso una rudimentale conduttura. In disuso da oltre un secolo, grazie
alla successiva funzione dell’acquedotto della Vetica,quella zona si era spogliata
delle influenze antropiche e riappropriata della sua essenziale bellezza. Ora
il Cavone ci appariva come unadolina
solitaria dalle forme armoniose e simmetriche. Il sentiero che le passava
accanto conduceva ad una delle porte
di Campo Imperatore,con un affaccio straordinario che più si saliva in cresta
e più diveniva panoramico. Sotto di noi una fascia di doline movimentava quel
grandepiano carsico a Nord prima di distendersi nel magnifico altopiano. Verso Sud la
visione acquerellata dei rilievi scandiva piani diprospettiva aerea, le
montagne divenivano leggere, come un respiro profondo senza pesi sul cuore.
domenica 1 gennaio 2017
Monte Bolza dalla Costa del Cavone
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