Il Castello di Roccapreturo si affacciava sulla Valle
Subequana mantenendo ancora vivo il contatto visivo con le altre torrid’avvistamento.
I colori si esaltavano sotto una splendida luce autunnale, le foglie secche
mostravano i loro toni più caldi e anche latemperatura era piacevole. Dal
piccolo paese partiva la strada per la montagna che raggiungeva la piccola
chiesa della Madonna dellaValle, lì secondo la tradizione vi erano state
diverse apparizioni sacre. Sulla soglia la luce esterna rischiarava un luogo
umile, c’erano ceri edex voto e le scritte incise sull’intonaco dai fedeli. Da
sotto Monte Acquaro raggiungevano la Torre di Roccapreturo, posta sul culminedi una
cinta muraria triangolare ormai dal profilo discontinuo per via dei secoli di
abbandono. Si aprivano ingressi e grotte, luoghi diantichi ripari per la
popolazione in caso di assedio. Molto tempo era passato da quelle antiche
funzioni, ma il fascino era ancora attuale.
domenica 20 novembre 2016
domenica 13 novembre 2016
La Serra delle Gravare dalla Val Fondillo
Il freddo si tratteneva nella Val Fondillo solitaria, dove
il gelo schiariva le ombre. Visti da vicino fiori e foglie si decoravano dicristalli di ghiaccio modellati da originali metamorfosi costruttive. Ovunque
era silenzio, sulle vie e nei boschi, anche gli uccellismettevano di cantare
lasciando la parola al vento che sulla cresta delle Gravare pareva soffiare da
ogni direzione. Il candore della neverivestiva ogni cosa, gli unici verdi
appartenevano ai muschi, ma in alto ogni cosa si perdeva nel bianco. La Serra
delle Gravare erarocciosa e contorta, rivestita da una neve ghiacciata.
Tornavamo ripercorrendo i nostri passi, lungo il sentiero da noi tracciato, con ildesiderio di tornare per indagare meglio quel lungo filo di cresta.
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sabato 12 novembre 2016
Il Castello di Leporanica, presso San Nicandro di Prata d’Ansidonia
In alto, su un colle a 954 metri di quota, erano a malapena
visibili i resti dell’antico castello di Leporanica. La sua posizione
strategica erarivolta soprattutto al controllo della Piana di Navelli e dell’antica
Peltuinum, ma non disdegnava tuttavia
lo sguardo panoramico versoaltre direzioni. La strada che lo raggiungeva si
avvolgeva di muschi ed arbusti, e le tante roverelle che vi erano cresciute intorno
lo avevanocompletamente nascosto. Le sue mura magnifiche si sovrapponevano ad
una cinta muraria vestina, si leggevano da dentro sale e divisoriormai abitati
soltanto dal piccolo bosco che ne confondeva il confine. Tutto giaceva sotto un
pacato silenzio, tra gli spini dei prugnoli, leclematidi e i licheni, che così
fitti a ridosso delle piante donavano la suggestione di un posto sacro al di
fuori dal tempo.Per approfondimenti: "I Vestini e il mistero del pagus di Separa" di Alberto Rapisarda - Edizioni Libreria Colacchi.
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